Buona giornata!
Oggi vi porterò in un museo che rientra nel circuito delle case museo di Milano.
Raffinatissime dimore, ricche di preziose collezioni, donate spesso dai proprietari per permettere di visitare posti meravigliosi sia per il luogo in sé che per le splendide raccolte in esse.
Il Poldi Pezzoli è uno di essi, nato grazie alla passione di Gian Giacomo Pezzoli, nel palazzo che risale al XVII sec.
Una delle più belle sale è la sala delle Armi che in origine era in stile neogotico, realizzata da Filippo Peroni.
Fu completamente distrutta nei bombardamenti della seconda guerra mondiale e ora possiamo ammirare l’allestimento di Arnaldo Pomodoro del 2000.
Entrate in questa casa, lasciatevi rapire dalle sale, e ognuna avrà qualcosa che vi
colpirà nel profondo.
Vi sono camere che hanno opere d’arte lombarda, fiorentina e veneziana, ricchi corredi di ceramiche, oggetti di oreficeria, vetreria, statue e mobili ( nella mia foto un tavolino intarsiato)
Un'altra sala particolarmente affascinante è lo studiolo dantesco, ispirato al Medioevo e a Dante con suggestive vetrate di Giuseppe Bertini che con Luigi Scrosati progettò questo studio nel 1853.
Per raggiungere il piano superiore vi è lo scalone antico ricavato da un antico scalone già presente, e ammirerete una stupenda fontana neo barocca.
U no delle mie opere preferite è senza alcun dubbio la Madonna del Libro
di Botticelli. La Madre è dolcissima, vi sono numerosi riferimenti allegorici e religiosi,
e a me rapisce il misterioso e silenzioso dialogo di sguardi tra una Madre e suo figlio.
Un'altra opera che da sempre mi rapisce è la Fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini 1833.
Questa opera nasce per rappresentare dolore e rassegnazione e fu commissionata
dalla marchesa Rosina Trivulzio per la morte del marito Giuseppe Poldi Pezzoli
d’Albertone.
In questa scultura c’è tutto questo, la posa della giovane esprime abbattimento e nell’insieme un profondo bisogno di cercare conforto nella Preghiera.
E ora per finire in Bellezza vi presento il quadro che è diventato il simbolo del Museo stesso, il ritratto di Dama attribuito a uno dei fratelli del Pollaiolo, prima era riferito a Piero, ma recentemente l’attribuzione lo ha assegnato ad Antonio.
Non è certa l’identità della signora, a parte la certezza di
un simbolo eterno di eleganza e stile.
Mi piace pensare a una signora milanese, un po’ per
campanilismo lo ammetto, un po’ perché nella sua raffinatezza ci vedo davvero il
simbolo giusto per questo meraviglioso luogo d’ arte e di storia.
Lidia Arrigoni
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