Le belle immagini a lato sono del fotonaturalista Maurizio Teruzzi, al quale
dobbiamo anche la conoscenza scientifica del’animale riprodotto. E’ stato trovato da Sergio Turle, per caso, in una roggia del Milanese (nel Comune di Liscate). E’ chiamato scientificamente “Procambarus clarkii” (classificazione del naturalista Girard, anno 1852), volgarmente “Gambero rosso delle Louisiana”. È una specie alloctona (esotica) originaria degli Stati Uniti meridionale e del Messico nord-orientale. Questo gambero era molto ricercato per la squisitezza delle sue carni. A causa di ciò, un’azienda di Massarosa (in provincia di Lucca) anni fa lo importò in Italia per allevarlo nel lago di Massaciuccoli, in Toscana. L’operazione commerciale non ebbe successo. Il nostro animaletto, sfuggì al controllodegli allevamenti e si diffuse, acclimatandosi facilmente, in tutta la Toscana, nel bacino padano, in Emilia Romagna, fino a
qualche avvistamento nel Salernitano. Ribattezzato gambero killer in quanto super onnivoro: mangia uova di pesci, rane, rospi e gamberi nostrani, animali vivi o morti oltre ad erbe acquatiche, in mancanza di meglio. Sopporta livelli di inquinamento altissimi anche da metalli pesanti e organici, sopravvive fuori acqua fino a 24 ore e nel fango umido per mesi, insomma una vera “bestia”. Il nostro gambero – che diventa rosso per accoppiarsi - scava gallerie negli argini, profonde fino a 5 m., dove alloggiano 50/100 individui. Non ha nemici se non i soliti ardeidi (aironi e affini) che però, a causa delle abitudini fossorie del nostro, restano il più delle volte a bocca asciutta. Gli adulti hanno dimensioni fra i 10 e i 15 centimetri, vivono tra i 12/18 mesi, se ben stabulati arrivano a 4 anni in cattività. Curiosità: sono portatori sani di una malattia trasmessa da un fungo che uccide i gamberi nostrani e altri crostacei europei (peste dei gamberi). Un’altra sorpresa della natura! (Maurizio Teruzzi)
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