Autori vari: Riccardo Chailly alla Scala a cura di Franco Pulcini, Edizioni del Teatro alla Scala, giugno 2023, pp. 224, euro 30,00
E’ giunto il momento di fare il punto sulla carriera di Riccardo Chailly. Alcuni anni fa Rizzoli aveva pubblicato una breve autobiografia dello stesso Chailly significativamente intitolata “Il segreto è nelle pause”.
Questa ampia disamina sugli anni scaligeri di Chailly sviluppa con ordine e precisione l’evoluzione del maestro milanese e i cardini portanti del suo inconfondibile stile interpretativo.
Chailly si inserisce nell’ambito dei direttori d’orchestra scaligeri per formazione milanese e pratica diretta del ruolo di assistente di Claudio Abbado.
Le peculiarità interpretative di Chailly lo pongono sull’asse ereditario di Abbado e di Guido Cantelli di cui, in un certo senso, Abbado è stato il continuatore.
L’aspetto determinante di questa genealogia musicale è la continuità del discorso sinfonico con la forma lirica.
La costruzione del dettato musicale si allinea accanto agli elementi strumentali così come alla componente vocale. Diversamente, nel suo predecessore Riccardo Muti, il teatro lirico si conformava nella sostanza dell’accompagnamento vocale, modellato sui contenuti poetico-drammaturgici.
Riccardo Chailly è un interprete moderno, interessato agli studi filologici e ai compositori delle recenti avanguardie. Gli elementi base del suo repertorio sono costituiti da Verdi e Rossini: il primo visto all’interno delle fasi sperimentali degli anni giovanili, il secondo mostrato nella trasparenze delle parti strumentali spesso vilipese dalla tradizione.
Il libro è davvero un testo fondamentale per conoscere l’aggiornamento di idee apportate dal Teatro alla Scala negli anni successivi al bicentenario del 1978.
Franco Pulcini, curatore della pubblicazione, offre una stimolante riflessione sulla funzione culturale data da Chailly al Teatro milanese, la sua significativa continuità fra innovazione e tradizione.
Elvio Giudici, con la sua meticolosa competenza discografica, taccia le linee di pensiero del maestro milanese attraverso la vasta documentazione sonora che risale agli anni stessi del suo esordio.
Una significativa analisi dei concerti diretti da Chailly nella sala del Piermarini viene tracciata da Giorgio Pestelli. Il volume si completa attraverso le note critiche sulla musica del Novecento esaminate da Angelo Foletto e da alcune considerazioni sulla musica sacra affidate a Raffaele Mellace.
In prossimità dell’inaugurazione scaligera del 7 dicembre, questo libro si pone come una doverosa riflessione storica. La musica colta necessita di continui confronti e approfondimenti anche in funzione del mutare inarrestabile dei tempi e delle generazioni. Riccardo Chailly ha sempre dimostrato di saper mantenere vivo questo spirito di ricerca e di viva curiosità.
Eleonora Bagarotti: 100 anni di Maria Callas, Arcana edizioni 2023, pp.222, euro 16,50
Alessandro Petroni: Ecco un’artista, Maria Callas, Ingeborg Bachmann e l’Italia, Castelvecchi editore 2023, pp. 152, euro 17,50
Giandonato Crico: Maria Callas, Gremese editore 2023, pp. 130, euro 19,50
Maria Callas è un enigma umano e artistico che continua ad attrarre innumerevoli persone. La bibliografia a lei dedicata è sterminata e talora ripetitiva.
Questa volta, allo scoccare del suo centenario, gli studiosi vogliono illustrare e capire la donna Callas, la sensibilità e l’umanità, spesso negata, che si cela dietro l’artista.
Ognuno di questi libri, di recente pubblicazione, offre una propria chiave di accesso al mistero umano e poetico delle celebre cantante.
Alessandro Petroni propone il raffronto fra la Callas e la Bachmann, vale a dire l’incontro fra due opposti artistici, accomunati da una visione innovativa dell’arte come vita, resa possibile da quel grande laboratorio di sperimentazioni che era l’Italia del dopoguerra.
Sia la Bachmann che la Callas propongono una comunicazione diretta e realistica delle proprie arti, rendendo fruibile la sofferenza individuale senza stereotipi ma agendo, con la scrittura e la voce, sulla dimensione della propria corporeità.
Per la poetessa tedesca l’ansietà del nuovo secolo viene tradotta dal risalto dato dai momenti nascosti dell’esistenza quotidiana, per la Callas, tramite il medium di una voce “multipla”, ogni racconto assume risvolti sempre nuovi, carichi di una tensione inedita e crudele. La cantante greca rende il melodramma un evento in continua trasformazione e non una forma definita e
statica. Questo è anche il motivo della sua continua attualità.
Il cinema contemporaneo adopera spesso la voce della Callas come elemento identificativo di una particolare atmosfera o stato d’animo.
Dal melodramma ottocentesco la Callas è giunta a noi come colonna sonora della contemporaneità con il solo timbro della sua voce inconfondibile.
In questo modo era stata recepita dagli intellettuali del Novecento come Henze, Visconti, Pasolini e la Bachmann.
La corporeità del canto entra a far parte della vita in senso totale creando una dimensione cangiante che prima era di prerogativa della sola poesia, per un subdolo equivoco.
Il testo di Petroni è di assoluta competenza critica, avvalendosi di pertinenti citazioni musicali che permettono di approfondire alcuni ruoli della grande artista alla luce del suo essere “coautrice” delle stesse opere.
Lo studio rivela come la Callas abbia unito la comunità internazionale all’interno di una visione della musica come arte assoluta e non di complemento.
E’ inevitabile che ciascuno di questi libri faccia riferimento alla vita della cantante greca nei momenti più salienti. Non tanto la cronologia degli eventi della vita della Callas è per noi importante, quanto piuttosto questa vita si trasformi nella partitura della propria poetica più nascosta e nello stesso tempo esibita.
Il libro di Giandonato Cricco illustra questa biografia alla luce dei riflessi sulla sua arte interpretativa, proponendo raffronti e commenti di personaggi dell’epoca, assieme a note inedite, recentemente emerse.
Sorprende che il culto discografico sia sempre sul limitare di inediti spesso dubbi se non del tutto fantasmatici. Interessante l’ipotesi, non confermata, di una ripresa video del secondo atto della Sonnambula, regia di Visconti e della registrazione audio dell’oratorio di Stradella cantato nel 1948.
La monografia di Crico si avvale di una importante introduzione di Stinchelli che da sola merita la lettura del libro.
Il libro di Eleonora Bagarotti è una conferma, in presa diretta, della vita della Callas attraverso interviste a persone, oggi ancora viventi, che hanno conosciuto la soprano greca.
Il tema esistenziale viene ridimensionato, al di fuori del mito, nella quotidianità che accomuna ogni vita.
Si tratta di un lavoro di ricerca e di verifica condotto con profonda dedizione all’argomento e onestà intellettuale.
Di grande interesse è l’intervista rilasciata da Giovanna Lomazzi, amica della Callas, integrata dai ricordi di Pia Meneghini, cognata della cantante.
Vi sono anche degli estratti dai diari di Battista Meneghini, non so quanto attendibili, enfatizzati nei commenti.
Fra le persone che hanno rilasciato dichiarazioni sulla cantante troviamo anche Giuseppe Gentile, campione olimpionico, protagonista della Medea di Pasolini.
Emerge il ritratto impietoso di un mondo scandalistico e appariscente qual’era quello dell’immediato dopoguerra.
L’immagine della Callas viene sempre più ad identificarsi con quella di una ricercatrice nel mondo dell’arte, anticipatrice di un modo nuovo di affrontare la vocalità, recuperando anche il “bel canto” ottocentesco.
Come nel libro di Crico, anche nel volume della Bagarotti appare la notizia della registrazione del San Giovanni Battista di Stradella. Forse nuovi inediti possono affacciarsi all’interesse pubblico.
Si tratta comunque di un libro ricco di nuovi spunti conoscitivi sulla figura umana e artistica della Callas.
La grande artista ha sempre qualcosa da insegnarci attraverso il suo essere stata parte attiva nella società in cui ha vissuto e diretta creatrice degli spettacoli che l’hanno immortalata nella nostra memoria.
Sergio Mora
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