Parlare di Louis Armstrong è come parlare di Cristoforo Colombo, in poche parole un esploratore di nuovi mondi.
“Se mai ci fu qualcuno degno di essere chiamato "Mister Jazz", questo fu Louis Armstrong. Fu la quintessenza del jazz e resterà tale. Ogni suonatore di tromba che abbia deciso di suonare nell'idioma americano è stato influenzato da lui”. Si può affermare che Armstrong (Louis Daniel Armstrong: New Orleans, 4 ago 1901 - New York, 6 lug 1971, qualcun’altro dice che è nato il 4 luglio 1900) è andato oltre il mero discorso strumentale e costituisca ancora oggi un punto di riferimento basilare per ogni musicista che affronti il jazz e il suo idioma, su qualsiasi strumento.
Questa affermazione viene da Duke Ellington a pochi giorni dalla morte di Louis.
D ifficile ripercorrere le tappe della vita di una leggenda che è nata agli inizi del secolo scorso in una cittadina caotica come New Orleans, è nero e il quartiere dove vede la luce è quello a luci rosse di Storyville, sede deputata dei bordelli della città, dove lavorano duemila prostitute. È qui che nasce Louis Daniel Armstrong figlio, si dice, di una domestica e di un tizio che abbandonò entrambi quando Louis era piccolissimo.
Conobbe la miseria, la mancanza di istruzione, le ferree leggi della strada, il riformatorio.
Per Louis il riformatorio incredibilmente fu una fortuna. Una guardia gli regala una cornetta tutta ammaccata e gli insegna i primi rudimenti musicali.
E dopo un anno e mezzo, alla sua uscita, inizia a suonare nelle sfilate dei giorni di festa, ai funerali. L’incontro con King Oliver e la sua Creole Jazz Band lo lancia definitivamente. Il suo modo di suonare incanta tutti, è particolare e soprattutto è rivoluzionario, mentre tutti improvvisavano seguendo il tema, Louis riusciva a creare linee melodiche diverse con una semplicità scoraggiante. La sua fama continua a crescere, iniziano le prime registrazioni, lavora come un pazzo, diventa Satchmo (bocca a sacco). Nel 1925 è chiamato a New York dal pianista Fletcher Henderson. Fonda propri complessi, gli Hot Five e gli Hot Seven, tra il 1926 e il 1928 realizza incisioni che sono considerate fondamentali nella storia del jazz e su cui si costruisce il suo mito. compie alcune tournée in Europa, e sono successi clamorosi, è conteso dalle migliori orchestre americane, suona nei locali più famosi e diventa il mitico Louis. Nel 1969 la sua versione di Hello Dolly (cantata nel film omonimo in coppia con Barbra Streisand), arriva prima in classifica e scalza i mitici Beatles. Morirà nel sonno il 6 luglio 1971, nella sua casa di New York. La sua tromba faceva rimbalzare le note imprigionate tra dinamicità e poesia. Come musicista, Armstrong mostrò a tutti, in che modo fosse possibile eseguire una variazione melodica improvvisata con espressività, efficacia, e grande naturalezza, elaborando così un vero e proprio nuovo linguaggio musicale. Il suo stile fu caratterizzato dall’ utilizzo sistematico di un uso del ritmo e un’ accentazione delle note emesse pressoché unici e geniali. Praticamente amplificò il concetto dello "swing" da ritmo sincopato a un qualcosa capace di trasformare una qualsiasi banale canzoncina, in arte pura.
Ma cos’è questa variazione sul tema? (la cosiddetta improvvisazione, tratto peculiare di tutto il jazz). E’ una digressione, una divagazione, una rielaborazione di un modello.
Nella musica classica ne abbiamo numerosi esempi.
Tecnicamente è ogni riproposizione di un'idea musicale in cui essa subisca modifiche, più o meno profonde, rispetto alla sua forma originaria. Le modifiche possono riguardare qualunque
Foto: Notturno di Chopin in F minore con variazione
aspetto dell'idea di partenza, come l'armonia, la melodia, l'articolazione
del contrappunto, il ritmo, il timbro strumentale, la dinamica e perfino l'organizzazione formale. (da Wikipedia)
In pittura abbiamo tanti esempi uno dei quali da Caravaggio.
Nel 1595 Caravaggio produce due quadri denominati Buona ventura, visibili a Parigi e a Roma, dipinti di cultura popolare dove una zingara con la scusa di predire il futuro ad un giovane, gli sfila un anello senza che lui se ne accorga, talmente preso dalle attenzioni che ella sottintende.
Le differenze sono sostanziali:
Nell’opera del Louvre una luce decisa pervade le figure e si posa sull’incontro delle mani ed il gesto occulto. La staticità dei personaggi è evidente.
Buona ventura, 1594-1595 (Parigi, Louvre)
In quella romana la scena sembra essere in movimento, i colori sono morbidi e densi di sfumature, le pose sono meno rigide e dirette.
Nella connivenza degli sguardi della scena in questione, sembra che il pittore ci inviti a oltrepassare i confini di ogni facile apparenza
Buona ventura, 1594-1595 (Roma, Musei capitolini)
Abbiamo visto come un pittore, scultore, scrittore possa dare differenti valenze allo stesso argomento, intuendo ed elaborando emozioni e pensieri. Ma allora cosa ha dato in più all’arte il nostro Satchmo?
Il tempo… mentre per ogni singolo artista la variazione di un tema in tutte le forme d’arte è frutto di emozione, studio, elaborazione, nel jazz Armstrong per primo inserisce l’immediatezza della creazione, un esecuzione diversa ma inerente alla melodia del brano che si sta suonando.
Un’improvvisazione che tiene conto dei momenti, dello stato d’animo, delle suggestioni che l’artista ha in quel momento, e che sarà difficile riprodurre.
Non a caso non si parla di canzoni, ma di esibizioni, per esempio memorabile fu l’esecuzione di West End Blues del 1928 fatta con gli Hot Five, brano che venne inserito nella Rock and Roll Hall of Fame tra le 500 canzoni importanti per la nascita del rock and roll.
Ma Armstrong non si limitò ad ampliare il linguaggio musicale, riuscì anche a trasformare il linguaggio vocale inserendo lo scat. Una volta raccontò che durante la registrazione di Heebie Jeebies, nel 1926, il testo che stava leggendo gli cadde dal leggio e lui istantaneamente cantò sillabe senza senso che piacquero molto. Non fu lui ad inventarlo, anche se rimane innegabile che lui sia stato uno dei principali artefici della diffusione dello stesso a partire dalla metà degli anni venti. Cos’è dunque questo scat?
È un virtuosismo canoro nato nella musica jazz con l'imitazione vocale di strumenti musicali tramite la riproduzione di fraseggi simili a quelli strumentali. Non prevede l'uso di parole compiute, bensì di fonemi dal suono accattivante che il cantante utilizza in chiave ritmica oltre che melodica.
Con lo scat la voce si fa davvero strumento, si è affermato in ambito live sia in estemporanei assoli su schemi armonici prestabiliti, sia in fraseggi contrappuntistici o “concertati” alternati con altri strumenti. Espressività istintuale, tecnica e virtuosismo si fondono sfiorando vette esclusive, raggiungibili da pochi. Non è un caso che alcune tra le forme più avanzate e sperimentali di questo genere vocale richiamino direttamente studi di avanguardia accademica. (da Wikipedia)
Armstrong ci attrae con la sua voce per nulla retorica e stereotipata, una voce roca, sporca, aggressiva e dolce nello stesso tempo, dotata di formidabili chiaroscuri che inventava riff formati da sole sillabe rimasti emblematici nella storia della musica.
Imperdibili i suoi duetti con Ella Fitzgerald.
Questo era Louis Armstrong, Fu accusato di essere uno “Zio Tom” per l'accattivante clownerie, l'ambiguità verso i “fratelli neri” e la sete di successo. Rispose: “Io non sono che la mia tromba, la mia voce, le mie canzoni, anche le mie smorfie, le mie risate. Questo sono io: prendere o lasciare”. Scusate se è poco
Giovanni Sessa
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