top of page
Immagine del redattoreLogos by Acada-Arkys

La crociata di Greta



Greta Thunberg (Stoccolma, 2003) è continuamente in viaggio per tutto il mondo con lo scopo di portare ovunque la sua voce a favore dello sviluppo sostenibile, contro la possibile irreversibilità del cambiamento climatico: l’umanità morirebbe avvelenata nel giro di un paio di generazione, continuando con la produzione di gas tossici. A proposito, con i genitori, una cantante lirica e un attore, ha scritto La nostra casa è in fiamme (trad. Andrea Stringhetti e Silvia Canavero, Mondadori, 2019). Il mondo è di per sé un organismo delicato, sempre alla ricerca di un equilibrio, sin qui comunque compensato dalla lotta fra forze endogene e forze esogene. L’umanità, con i suoi interventi sconsiderati a partire specialmente dalle rivoluzioni industriali dell’800 (uso del carbone, del petrolio, a dosi sempre più massicce) con accentuazione nel ‘900 causata dall’invenzione della plastica (inquinamento dei mari, discariche a cielo aperto, avvelenamento dei terreni: anche vegetariani e vegani non possono stare tranquilli, allevamenti bovini e suini intensivi, spazzatura lanciata persino in orbita, nello spazio), ha creato nuovi veleni: chiunque è a rischio ormai, persino i capi di stato!

I detrattori dell’iniziativa di Greta affermano che il comportamento della ragazza è condizionato dalla Sindrome di Asperger (porta a compulsioni ossessive e monotematiche, l’eziologia è sconosciuta) che le fu diagnosticata bambina. Nella sostanza, non ci sarebbero serie minacce sul futuro dell’uomo, tanto è vero che le aspettative di vita sono ovunque aumentate e in continuo aumento, dati alla mano. Ma a questa minimizzazione si potrebbe rispondere che si vive meglio di ieri perché un mestiere usurante come quello del contadino ottocentesco (dove gli uomini affiancavano le bestie da soma, al punto che, paradossalmente, era difficile la distinzione), le abitazioni odierne sono generalmente più sane dei tuguri delle prime città industriali, che esiste un welfare buono o almeno decente quasi dappertutto (purtroppo non mancano gravi ritardi qua e là e certe ingiustizie sociali sono palesi dove nessuno se lo aspetterebbe: gli USA, prima nazione del mondo, conta tutt’oggi, circa il 15% della popolazione in stato di sofferenza ed emarginazione), che le grandi guerre mondiali sono solo un ricordo, così come le epidemie mortali.

Il prezzo? Una lunga vecchiaia fatta di sofferenze fisiche e morali, l’aumento esponenziale delle crisi da disadattamento, causa feroce competizione interna, il suicidio fra le prime cause di morte nei paesi più evoluti, l’irrazionale individualismo. Quest’ultimo è la vera causa dei mali che Greta (e molti altri come lei, pur senza grande clamore: a proposito, chi si ricorda della canadese Severn Cullis-Suzuki che nel 1992 a 12 anni fece lo stesso percorso della coraggiosa ragazza svedese?) denuncia senza posa, magari in maniera grossolana ma certo suggestiva.

Il suo è un richiamo alla coscienza di ognuno che abbia a cuore se stesso in quanto essere

umano. Retorica a parte, va detto che un programma nettamente a favore di uno sviluppo

sostenibile è utopistico se si pretende di metterlo in atto dall’oggi al domani. Crollerebbe

l’intero impianto economico di qualunque paese. Tuttavia, di sicuro, la percezione generale – se s è in buona fede e si pensa al prossimo più che a se stessi – è che qualcosa si debba fare e lo si debba fare in fretta, al di là delle solite tavole rotonde, ormai inflazionate. Perché il meccanismo virtuoso, ma meglio si direbbe logico, cominci seriamente a girare occorre la volontà di tutti: occorre, cioè, una palingenesi, una maturazione intellettuale che gli strumenti attuali – la scuola, i media, i politici – non forniscono. (Dario Lodi)




6 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


LOGOS è una pubblicazione di varia umanità. Contiene interventi originali su diversi argomenti. Scopo è aprire un dialogo fra lettori, il più possibile ampio e approfondito, nel rispetto dei valori civili e culturali che l'Umanità sa esprimere con sentimento e ragione.

bottom of page