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Lucian Freud: fu vera gloria?




Si avvicina al mondo artistico prima con la scultura, che porterà però alla produzione di un unico lavoro, e poi con le sue prime opere pittoriche che i critici avvicineranno all’esperienza artistica della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) – abbinamento peraltro discutibile per la componente emotiva (estranea a questo movimento) tipica della tradizione culturale tedesca, contenuta nelle sue opere. Nel 1944 tiene la sua prima esposizione personale e dieci anni dopo rappresenterà la Gran Bretagna alla XXVII Biennale di Arti Visive di Venezia a fianco di Francis Bacon. Sul finire degli anni ’70 espone in Giappone e negli Stati Uniti. Dagli anni ’50 la sua pittura inizia ad avere un taglio fortemente introspettivo, tentando di rappresentare ciò che l’uomo vive e sente. Inconsapevolmente – o meno – cerca di descrivere graficamente ciò che il nonno (Sigmund) rappresentò nei suoi numerosi scritti.

La sua pittura si contraddistingue ben presto per la costante distorsione dei soggetti rappresentati, attraverso una pittura volutamente tremolante. Dipinge il “paesaggio umano”, del corpo e dello spirito. Si specializza nel ritratto. Freud è definito, da chiunque viene in contatto con lui, come una persona sgradevole, rissosa ed egoista. Pessimo studente, cattivo soldato, giocatore incallito e donnaiolo conclamato (atteggiamento che gli provocherà numerosi problemi) con il chiodo fisso del sesso (pensiero quasi patologico che si manifesterà anche in larga parte dei suo dipinti). Fu padre probabilmente di molti figli che mai conobbero il suo interesse. Una vita insomma improntata all’eccesso. Da questo punto di vista Freud è una brutta copia di Bacon. Se Bacon è spesso irascibile, è vero anche che le sue origini (con quarti di nobiltà) e il tratto personale (omosessuale) conferiscono alla sua vita un’eleganza sconosciuta a Freud. Freud frequentava indifferentemente ricchi borghesi, collezionisti, malviventi e prostitute. La prima moglie di Freud fu Kitty Garman, sposata nel 1948, nota nel mondo artistico dell’epoca ma anche per la sua condotta discutibile. Diviene il soggetto privilegiato dei dipinti di Lucian. Nel dipinto Ragazza con rose c’è una sottintesa ricerca simbolica: la rosa, l’atteggiamento dimesso del soggetto, lo sguardo assente ricordano l’annunciazione rappresentata da Rossetti con Ecce Ancilla Domini (1850 Tate Gallery di Londra). L’unica donna di cui si innamorò seriamente è Caroline Blackwood, (Ragazza a letto del 1952) nobile e ricchissima (erede della dinastia Guinness), che sposò nel 1953 e dalla quale fu tradito.Freud, per il suo tipo di pittura, viene spesso avvicinato a Francis Bacon (pittore in grado di esprimere opere di un’originalità decisamente superiore a quella di Freud). La pittura di Lucian ha però un tratto esasperato. I ritratti sono crudi. Il corpo è rappresentato in modo sgradevole e anche le parti più intime sono mostrate in modo pesante e disturbante. Persino il ritratto della Regina Elisabetta del 2000, che gli varrà comunque l’ingresso nel firmamento degli artisti di corte, è stato duramente criticato per la “bruttezza” del soggetto rappresentato. Anche i modelli più belli diventano nelle sue mani, per scelta naturalmente, sgraziati e innaturali (come, ad esempio, nel dipinto che ritrae Kate Moss - in asta comunque per diversi milioni di Euro). Da riconoscere però che la vera originalità di Freud è nel rifiuto di quell’astrattismo che, nelle sue diverse forme, omogeneizza tutta la seconda metà del ‘900. Il suo e un dipingere quasi da “meditazione”, sconosciuto a larga parte della pittura contemporanea, sempre alla ricerca del messaggio diretto, pungente ed elettrizzante

La padronanza della luce da parte di Freud è indiscutibile, ma l’esasperazione nel voler rappresentare l’intimo umano, la ricerca spasmodica del racconto introspettivo hanno risultati spesso discutibili. Ci si può tranquillamente chiedere se i livelli delle quotazioni dei suoi quadri – tra i più alti del ‘900 – siano davvero imputabili alle sole qualità artistiche o beneficino d’indulgenze per il suo nome prestigioso. Se, infatti, il mercato ha premiato e continua a premiare questo artista, la critica esprime giudizi spesso controversi. Come può essere inquadrata la pittura di Freud? Realismo (che Freud rifugge: “…. Per questo c’è la fotografia”)? Espressionismo? O forse Surrealismo nella prima parte della sua vita (La stanza del pittore – Mela cotogna sul tavolo blu – 1943/44 – con l’intrusione nei dipinti delle famose teste di zebra)? Probabilmente non può essere ricondotto a nessuno di questi contesti artistici. E il valore artistico di tutta la sua opera – di là dagli eccessi di valutazione che il mercato gli riconosce – necessiterà ancora di tempo per essere compreso pienamente, se realmente esistente. (Franco Vergnaghi – immagine Autoritratto, Royal Academy, Londra).




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