top of page

LA MUSICA FRA TECNICA E INVENZIONE

Immagine del redattore: Logos by Acada-ArkysLogos by Acada-Arkys


Fred W. Gaisberg: La musica che gira, Lim editore 2024, pp. 288, euro 25,00


L’epoca pionieristica della musica riprodotta, la nascita della discografia è raccontata in modo avvincente in questo prezioso libro di memorie di uno dei protagonisti di quella stagione irripetibile.

Fred Gaisberg rievoca gli anni d’oro del mondo del fonografo come debita conseguenza delle grandi scoperte tecnologiche che portarono alla nascita del telegrafo e del telefono.

Un mondo di ideali e passioni ancora ottocentesche si preparava a tagliare il nastro del nuovo secolo dando il via al progresso sociale e scientifico.

Nella scrittura precisa e avvincente di Gaisberg si riscontra la magia e l’imprevisto dei romanzi di Verne.

Una parte fondamentale del libro è dedicata ai rapporti di lavoro intrattenuti con i principali cantanti dell’epoca.

Sorprende la volontà positivistica di Caruso che, ai primi del Novecento, accetta di registrare i suoi primi dischi a Milano, all’interno dell’Hotel in cui l’anno prima era morto Verdi. L’intraprendenza editoriale del tenore italiano ha spalancato le porte al mondo della lirica tramite i solchi del disco.

I viaggi di lavoro di Gaisberg nella Russia pre rivoluzionaria, nell’India, oppure in Giappone e in Cina, hanno il fascino di visioni di mondi lontani, ancora privi di collegamenti diretti con la nostra cultura occidentale.

I meccanismi inediti del mondo della riproduzione discografica riesce ad annullare le distanze, preludendo al mondo odierno di internet ma con un gusto magico e idealistico che oggi purtroppo manca.

Bisogna menzionare infine un ritratto salace dei Wiener Philharmoniker e dei loro rapporti con i direttori storici. La disinvoltura di Nikisch davanti ai microfoni è contrapposta alla freddezza razionalistica di Weingartner.

Musica e musicisti sono mostrati a distanza ravvicinata con un gusto critico e documentario assolutamente inedito. Un plauso a Dino Mignogna per questa riuscita edizione italiana del testo di Gaisberg e all’editore Lim per averlo accolto nella sua collana.



Fulvio Venturi : Mascagni un livornese, Dream Book edizioni 2023, pp.630, euro 30


Pietro Mascagni è il grande assente delle biografie musicali. Un motivo di allontanamento critico è stato l’eccessivo spazio concesso all’aspetto ciarliero e pettegolo della vita del musicista e la sindrome mai superata dell’opera unica: Cavalleria rusticana.

Non è assolutamente vero che Mascagni non abbia più prodotto capolavori dopo il celebre esordio verista.

Mascagni ha seguito strade opposte, spesso divergenti da ciò che il grande pubblico e il mondo dello spettacolo si aspettava.

Il compositore livornese è stato un grande sperimentatore di nuove mete stilistiche: l’impressionismo, il naturalismo, il neoclassicismo. Nel repertorio squadernato da Mascagni troviamo tutti i processi linguistici che la musica del primo Novecento stava proponendo, compresa la musica d’uso, la canzone commerciale e il cinema.

Lo studio, documentatissimo e preciso, di Fulvio Venturi mostra il grande operista nella sua giusta definizione di compositore polimorfo. Ma viene anche illustrato l’aspetto storico-locale di Mascagni compositore livornese, allineato agli aspetti della cultura del luogo d’origine di una Livorno un tempo dotata di una propria autonomia oggi non più pensabile.

Il capitolo dedicato al festival mascagnano risulta molto importante e opportuno per tracciare gli elementi portanti della personalità dell’artista: il suo vivere all’interno di una particolare dimensione civile e locale.

All’interno di questa visione storico-temporale, il musicista segna un confine ineludibile verso un processo di relativa globalizzazione già avviato nel primo Novecento.

Pietro Mascagni è quindi l’ultimo interprete di una realtà aperta al rinnovamento degli stili ma, nello stesso tempo, portatrice di valori e radici che la storia ha depositato sulle coste marittime della nostra penisola.

Il libro di Venturi rappresenta un primo e vero contributo totale all’arte e all’epoca in cui Mascagni è vissuto. Si tratta di un testo veramente completo e di intrigante lettura, estremamente ricco di informazioni e di interessanti illustrazioni.

Una nota di merito all’interessante e illuminante prefazione di Federico Maria Sardelli e alla lungimiranza editoriale di Dream Book per aver varato una collana di studi musicali di notevole stimolo critico.


Thietty Caens: Maurice André. Il trombettista del secolo; Zecchini editore 2024, pp.290, euro 35,00


Questo testo non vuole essere semplicemente la biografia di un grande virtuoso della tromba ma soprattutto un esempio di pratica didattica e di esercizio di umanità declinato nei mille rivoli che la vita propone.

Non è un caso che l’epigrafe voluta da Andrè sulla propria tomba è la seguente: “Il sole deve poter splendere per tutti!”

Non si tratta di una massima gratuita ma una prova di conosceva e di flessibilità necessaria per riconoscere le singole capacità di ogni allievo.

La positività e il sano realismo di Maurice Andrè ha permesso di raggiungere mete tecniche, espressive, umane e didattiche impensabili in altri artisti.

La sua filosofia di strumentista consiste nel raggiungere quella linearità lirica insita in ogni musica. La sua natura dimensione è l’emulazione del canto violinistico e “vocalistico”.

La purezza adamantina del suono di Andrè ha la sua particolare ragione di esistere attraverso una tecnica del fiato volta a controllare i micro-volumi del suono, soprattutto attraverso la dimensione del “piano” e del “pianissimo” facendo del “forte” un punto d’arrivo.

La lettura di questo libro è immensamente piacevole perché Caens, che è stato allievo di Andrè, ricostruisce, attraverso la sua esperienza formativa, le logiche didattiche dei conservatori francesi.

L’immagine atipica di Andrè emerge all’interno di un mondo di personalità molto differenziate, pur essendo il mondo scolastico della tromba estremamente ridotto rispetto a quello di altri strumenti.

Colpisce la visione unitaria della musica e dei vari repertori presenti nell’arte di Andrè per il quale ogni forma di complessità deve convergere all’interno di quell’unico principio identificativo che è solo la “bellezza”.

Pur essendo il mondo della tromba ristretto, le personalità in esso confluite sono tutte molto peculiari e quindi l’impressione che il lettore riceverà è quello di una concezione inventiva sempre cangiante e ricca di stimoli.

Oltre ad essere una biografia artistica e didattica il libro di Caens è anche una testimonianza di quella poliedrica effervescenza culturale che hanno caratterizzato gli anni Settanta del secolo scorso.

La capacità divulgativa inesauribile di Andrè ha toccato molti generi fra cui il pop e la canzone commerciale ma è nel barocco che ha saputo meglio esprimersi, senza cadere nelle trappole di un eccessivo intellettualismo di stampo filologico.

Anche chi non è particolarmente interessato al mondo della tromba troverà nella biografia di Andrè qualcosa che, forse più di altri libri, parla delle vere radici della musicalità.


Sergio Mora





 
 
 

コメント


LOGOS è una pubblicazione di varia umanità. Contiene interventi originali su diversi argomenti. Scopo è aprire un dialogo fra lettori, il più possibile ampio e approfondito, nel rispetto dei valori civili e culturali che l'Umanità sa esprimere con sentimento e ragione.

bottom of page