quei musicisti che cavalcarono i palcoscenici del jazz avendo lo stresso cognome che è salito all’olimpo per alcuni e nell’oblio per altri.


In un’atmosfera del riciclo parliamo ora di un altro cognome ad hoc per il jazz:
i Green
Green Benny – nato a Chicago nell’aprile del 1923, Benny proviene da una famiglia di musicisti.
Frequenta la High school studiando trombone, si esibisce in complessi locali.
Suo fratello Elbert era stato ingaggiato da Roy Eldridge e già aveva iniziato la carriera professionista, Benny lo seguiva come un’ombra e nel ’42 incontra Earl Hines che lo scrittura per la sua orchestra.
La felicità di essere parte di una formazione così importante viene spezzata l’anno dopo a causa di un tragedia annunciata: il servizio militare.
Benny non si perde d’animo e lo trascorre suonando in numerose orchestre militari, tenendosi in esercizio per il suo ritorno, infatti dopo il congedo, ritorna con Earl, e dopo un periodo viene affascinato da un sax con una voce potente ed espressiva, di una grande popolarità fra gli appassionati di quel momento.
Gene Ammons uno dei fondatori con Von Freeman della scuola di Chicago per il sax tenore ed entra nella sua band giusto alcuni anni prima che fosse arrestato per possesso di droga.
Incontra poi il sassofonista Charlie Ventura e con la sua orchestra, inizia una collaborazione con ingaggi in numerosi night clubs e tournee in America.
Un’orchestra bianca con un cipiglio da boppers non indifferente.
Con Willie Smith al sax alto, Al killian alla tromba e lo stesso Charlie al tenore passò un periodo di soddisfazioni e di relativa notorietà.
Dal ’51 al ’53 viene richiamato da Hines per partecipare al progetto small band, poi è la volta di un proprio quintetto.
Uno dei migliori tromboni del jazz moderno, con un melodizzare morbido ed agile ha partecipato a numerose incisioni con nomi di spicco fra i quali Charlie Ventura, Miles Davis, Sarah Vaughan, Jo Jones, Flip Phillis.
Green (big) Charlie – New Orleans 1900 New York 1936.
Un’altro trombonista che dovette emigrare a new York dove trovò un ottimo ingaggio nell’orchestra di Fletcher Henderson in cui si rilevò uno dei migliori tromboni blues.
Esempio eccellente di risposta strumentale nell’accompagnamento blues già allora definito “commento” Big Charlie suonava con una melodia parlata spesso dando una pittoresca esibizione del testo letterario.
In quel periodo accompagnò cantanti dello spessore di Clara Smith, Ma’ Raney e la grande Bessie Smith.
Successivamente suonò per un breve periodo con June Clark, poi dal ’31 al ’33 con Chik Webb.
Incisioni di prestigio con Fletcher Henderson, Clarence Williams, Fats Walzer, Louis Armstrong (con l’orchestra di Chik Webb).
Conobbe purtroppo un lungo periodo di disoccupazione e la morte lo prese per assideramento in un duro inverno, in una strada di Harem aveva solo 36 anni.
Green (Lil) Lilian – Chicago 1920 – 1954
Cantante blues nata nel Mississippi ma trasferitasi subito a Chicago dopo la morte dei genitori, inizia giovanissima a cantare, scrivere e registrare le sue canzoni.
Fu notata per la sua voce sinuosa e per il suo tempismo e cominciò ad incidere per la Bluebird, succursale della RCA a soli 18 anni.
Nel 1930 con Bill Broonzy che l’accompagnava ebbero un night club.
Le sue più famose composizioni sono "Romance in the Dark" (1940) che fu cantata da numerosi artisti fra i quali Billie Holiday e Why Don't You Do Right?, portata la successo da Peggy Lee nel 1942.
Si esibì in alcuni clubs di Chicago con Tiny Bradshaw ed altre bands, ma non abbandonò mai black theatre circuit.
Di salute cagionevole morì a soli 34 anni di polmonite.
Green (Urbie) Urban Clifford – Mobile (Alabama)1926
Trombonista anch’egli, sembra che il cognome Green si sposi con il trombone, anche i suoi due fratelli hanno suonato lo stesso strumento.
Urbie iniziò prendendo lezioni di piano dalla madre, ma a dodici anni passò al trombone ed a 16 suonava già professionalmente con Tommy Reynolds e Bob Strong.
A 24 anni l’ingaggio con Woody Herman, con il quale acquisì notorietà pari a quella di Bill Harris nella prima Herman Herd.
Era il ’56 quando al famoso Waldorf Astoria poteva esibirsi con quello che allora era un mito, Benny Goodman.
La sua tecnica era considerata perfetta, e questo gli ha consentito di esibirsi in radio, televisioni, concerti ed anche una performance alla Casa Bianca.
Partecipò ad oltre 250 registrazioni, suonò per quattro anni con Gene Krupa, collaborò al film “the Benny Goodman story” ed incise con i più grandi dell’epoca: Woody Herman, Frank Wess, Gene Krupa, Benny Goodman etc…
Nel 1995 è stato inserito nell’Alabama Jazz Hall of Fame, un museo che ha lo scopo di divulgare il jazz in tutto il mondo.
Giovanni Sessa

Comentários