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Gustav Mahler: pellegrino dell'anima, guardiano del tempo




Libri su Mahler ne sono stati scritti parecchi anche in Italia negli ultimi quarant'anni. E' difficile poter aggiungere qualcosa sull'argomento, sia dal punto di vista storico-biografico che da quello meramente analitico. L'universo Mahler può essere percorso in varie direzioni, l'importante è trovare una chiave di accesso che possa mostrare l'inesplorato e aprire nuove frontiere della conoscenza.

Alessandro Zignani ha trattato spesso argomenti inerenti la pratica musicale come interpretazione, come storia e sviluppo della direzione d'orchestra, mediante illuminanti biografie di celebri direttori: Carlos Kleiber, Karajan, Furtwaengler.

Questo libro su Mahler è, a mio avviso, un ulteriore tassello della “messa in opera” della musica tramite una visione tecnico-centripeta in cui composizione, vita ed esecuzione musicale diventano la sintesi di una poetica.

Gustav Mahler, ultimo esponente dell'Ottocento austro-tedesco e primo rappresentante della modernità, vive la simbiosi fra vita e arte nel contemporaneo esercizio della composizione e dell'interpretazione.

L'opera di Mahler si giustifica sul terreno ancora fertile di un mondo in cui lo sviluppo del romanzo, la vita come specchio dell'arte e le esigenze dell'imprenditoria teatrale trovano l'occasione per superare le consuetudini del mestiere. A pochi anni dalla nascita del cinema, della radio e della riproduzione discografica, Gustav Mahler rivela un nuovo “cosmorama” immaginativo che potenzia tutte le risorse del trascorso romanticismo.

Superando il concetto limitativo della “specializzazione”, Mahler mette tutto se stesso nella musica: gli ideali giovanili, la vita coniugale, il mondo musicale, l'intera storia compositiva dal Settecento all'Ottocento.

L'aspetto del direttore d'orchestra è all'interno della sua stessa immaginazione creativa, non statica ma “cinetica” nel trasportare l'ascoltatore in un viaggio interiore.

La memoria di un mondo trascorso e di un mondo che verrà è la tragica comunicazione mahleriana.

Non a caso, dopo la prima guerra mondiale, Mengelberg realizzerà il primo festival mahleriano inteso come resipiscenza di un pensiero incompiuto.

Alessandro Zignani mostra come il romanzo esistenzialista sia il surrogato della “forma-sonata” nell'opera di Mahler. Come la sua fantasia creativa si nutra di continue citazioni musicali, genialmente eluse in simboli sonori divergenti.

Zignani evita separazioni fra i vari aspetti della vita del musicista boemo: tutto ribolle come uno spirito vitale inestinguibile, come lo stesso Mahler volle rappresentare nella sua Ottava sinfonia. Questo è un libro che ci mostra Mahler da vicino, come se noi stessi fossimo dentro di lui: perchè la sua musica ci contiene.


Sergio Mora




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