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Gustav Klimt



Quando nasce Klimt (Vienna, 14 luglio1862) l’Europa è in pieno fermento politico; forti le avvisaglie di una disgregazione dell’Impero Austro-Ungarico. L’Austria è comunque un Paese attraente grazie anche alla presenza di uomini di cultura provenienti da altri paesi europei (a Vienna Mahler, Freud, per citarne un paio).

Gustav è il secondo di sette fratelli. La madre è donna di grandi competenze musicali; il padre, boemo, svolge l’attività di orafo. Klimt impara alla Scuola di Arte e Mestieri la tecnica del mosaico. Dopo che, nel 1883, gli viene commissionata la decorazione del cortile del Kunsthistorisches Museum, gli incarichi iniziano a moltiplicarsi (Dipinti al Palazzo Sturany di Vienna, decorazione del Burgtheater e del teatro di Fiume). Riceve la Croce d’Oro per meriti artistici dall’imperatore Francesco Giuseppe partecipando all'organizzazione del matrimonio d'argento della coppia imperiale. Raggiunge una certa serenità economica. Nel 1892 muore il padre e, a poco dopo, anche il fratello Ernst. Sposa Emilie Floege che gli sarà compagna per tutta la vita.

Nel 1895, durante una mostra a Vienna, conosce le opere di Rops, Klinger, Böcklin, Rodin. Nel quadro Amore dello stesso anno, iniziano ad emergere i tratti di una sensibilità simbolista che accompagnerà Klimt per tutta la sua carriera.

Nel1897 fonda, con altri artisti la Wiener Sezession e pubblica il periodico-manifesto del gruppo, Ver Sacrum. Il movimento considera l’arte austriaca troppo chiusa in se stessa. Concepisce l’arte fuori dei confini della tradizione accademica; non assume uno stile ufficiale. Aderiscono così artisti con sensibilità diverse (simbolisti e naturalisti su tutti), con lavori che si caratterizzano per l’uso molto frequente di immagini visionarie, irreali e misteriose che raccontano i timori, le aspirazioni e i sogni dell'uomo contemporaneo. Il movimento si inserisce nel contesto di novità che investe tutta l’arte europea (Art Nouveau, Jugendstil, Liberty - Italia, Modernismo).

Lo scopo dichiarato di Klimt è quello di "portare la vita artistica viennese in un rapporto vitale con l'evoluzione dell'arte estera e proporre delle esposizioni dal puro carattere artistico libere dalle esigenze di mercato”.

In un’epoca dove la tecnica fotografica si va consolidando, l’esigenza primaria della pittura non è più quella di raccontare la realtà ma quella di rappresentare l’uomo nel suo profondo, in tutte le sue componenti spirituali ed emotive.

Klimt vuole inoltre la costruzione di un edificio dedicato alle arti, per dare ai giovani artisti figurativi uno spazio permanente per esporre. Sarà Joseph Olrbich a creare Il “Palazzo della "Secessione". Nel 1897 Klimt diventa Presidente della "Associazione dei Pittori e Scultori della Secessione austriaca”.

E’ del 1898 il famoso dipinto Pallade Atena, dipinto usato anche quale manifesto della prima mostra della Secessione a Vienna. All’Esposizione Universale di Parigi Klimt è premiato con la medaglia d’oro. Agli inizi del ‘900 realizza il Fregio di Beethoven, concepito per la mostra secessionista viennese del 1902, lavoro che raccoglie però forti critiche (Klimt è accusato di “pornografia” ed “eccesso di perversione”). Il Ministero austriaco rifiuta la sua nomina alla Cattedra di Storia della Pittura di Belle Arti.

Una svolta importante sì ha nel 1903, quando Klimt si reca a Ravenna e conosce i capolavori bizantini. Inizia il Periodo Aureo. I suoi lavori trasfigurano volutamente la realtà. Ricorre ad un’alternanza di opaco e brillante ed una ricerca di preziosismo gotico. Vengono costantemente impiegate immagini simboliche. Le figure femminili, di tutte le condizioni sociali, sono il soggetto preferito, spesso presentate con grande sensualità. Le superfici auree sono dominanti. Forte il contrasto tra la dura espressività delle figure e la ricchezza delle decorazioni. Nelle opere è evidente la centralità, tutta simbolista, del dolore, dell’erotismo e della morte, senza però la drammaticità di altri simbolisti come lo svizzero Schwabe (“Il Dolore”), Kubin (con le sue esagerazioni) e Khnopff.

Si deve certamente all’unione tra la ricchezza dei mosaici bizantini ed alle sperimentazioni dei Laboratori Viennesi (Wiener Werkstatte) alle quali Klimt partecipò al suo ritorno a Vienna, la creazione di alcuni dei suoi capolavori più celebri: Giuditta I, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I e Il Bacio.

In Giuditta I la figura femminile è rappresentata come "femme fatale", la seduttrice che porta alla rovina e alla morte il proprio amante. Anche in questo dipinto l'utilizzo della foglia d'oro ha la funzione di valorizzare l’immagine presentata. Già da questa sua prima rappresentazione di Giuditta possiamo capire quale fosse l’ideale femminile di Klimt: donne viste come idoli bellissimi, madri affettuose; altre volte come esseri astuti che utilizzano la loro bellezza per attirare le proprie prede in trappole mortali. Ne Il Bacio invece vengono inseriti dettagli naturalistici in un mondo di pura astrazione; il tratto è decorativo, stilizzato, piatto.

Klimt in questi anni continua anche a dipingere molti paesaggi, indubbiamente tra le sue opere meno note. Seguita inoltre a cimentarsi con disegni a matita e carboncino. Tra il 1905 e il 1909 Klimt realizza anche un prezioso mosaico nel palazzo Stoclet di Bruxelles.

Klimt ed i secessionisti viennesi formano, nel 1906, un nuovo gruppo, la Kunstschau Wien. Degli inizi del ‘900 altri dipinti famosissimi: Le Tre Età della Donna (Roma – Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e Danae.

Dal 1907 Klimt torna ad uno stile pittorico più accademico e nel 1908 lascia la Secessione. Un anno dopo, con l'esecuzione di Giuditta II, può considerarsi terminato il Periodo Aureo. Il ricorso all’oro è sempre più limitato; i colori sono più scuri e raramente brillanti: inizia il Periodo Maturo. Klimt mette in discussione se stesso e la legittimità della propria arte, soprattutto quando approfondisce la conoscenza di Van Gogh e Matisse. Questo periodo, detto anche Periodo Fiorito (probabilmente influenzato anche dall’arte giapponese), è caratterizzato dall'abbandono dell’oro e delle eleganti linee Art Nouveau.

Determinante in seguito anche l'incontro con la pittura espressionista di Egon Schiele e Oskar Kokoschka, già suoi allievi. In questi anni, si fanno più profondi i tratti del suo carattere, sempre più schivo e geloso della sua vita privata (Klimt non ha mai fatto autoritratti).

Nel 1910 partecipa con grande successo alla Biennale di Venezia. Nel 1911 riceve il primo premio dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma per “Morte e vita”. Inizia quella che è chiamata la "Terza Fase" dell’opera di Klimt, segnata dall’incontro con Matisse che lo porterà ad esprimersi, nei suoi ultimi lavori, con sensibilità e vivacità dei colori vicine a quelle dei Fauves (La Culla, National Gallery of Art Washington D.C.). Nel 1917, le Accademie delle Arti di Vienna e Monaco di Baviera lo nominano membro onorario. Di questo periodo i suoi ultimi ritratti (Ritratto di signora; Ritratto di Johanna Staude), caratterizzati da pennellate più sciolte, veloci, con l’abbandono della componente astrattista.

Muore il 6 febbraio 1918 lasciandoci circa 200 dipinti e più di duemila disegni. E’ sepolto al cimitero Hietzing di Vienna.

Nel 2006 per Ritratto di Adele Bloch-Bauer viene pagato il prezzo più alto di allora per l’acquisto di un quadro: 135 mln. di dollari, riconoscimento anche “economico” del lavoro di questo artista che attraverso uno stile personalissimo ha esplorato l’universo umano affrontando i grandi temi della nascita, della vita e della morte.


Franco Vergnaghi





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