Il suo volo è rumoroso e pesante, forse per questo molte persone lo confondono con il ben più temibile Calabrone: il Bombo (in Europa ne vivono circa 60 specie) in effetti appartiene allo stesso Ordine scientifico dei Calabroni ovvero è un Imenottero, ma è più affine alle Api, infatti la Famiglia è quella degli Apidae e la Sezione è quella degli Aculeata, ovvero di quegli insetti dotati di pungiglione addominale con relativa sacca del veleno .Fatte le dovute presentazioni formali cominciamo a conoscerlo meglio dicendo che a differenza delle Api, l'arma del nostro soggetto non è seghettata e quindi il Bombo può pungere ripetutamente il malcapitato senza per questo subire menomazioni dovute alla ritenzione dell'arma nella vittima. Fortunatamente però il Bombo è molto restio a usare lo stiletto e lo fa solo se messo veramente alle strette o se deve difendere il nido. Già il nido del Bombo! Com'è fatto e dove viene costruito?
Cominciamo a dire che il Bombo non costruisce un favo con cellette esagonali come ci si aspetterebbe da un apide, ma, sfruttando delle cavità nel terreno, vecchie tane di roditori o alberi cavi. La regina, già in primavera, costruisce degli otri di cera, che come le api essa stessa produce, deponendovi un certo numero di uova già fecondate sul finire dell'estate precedente. Da queste uova hanno origine delle operaie, tutte femmine infeconde in quanto la regina, come in tutte le comunità di insetti sociali, emette un FEROMONE, un segnale chimico inibitore della fecondità che ha anche la funzione di mantenere i “sudditi mansueti ed ubbidienti”( penso ad un parallelo con la specie Homo sapiens ma non è di questo che sto scrivendo!). Queste nuove operaie si attivano quindi per ampliare il nido, accudire e nutrire larve e regina, rifornirlo di polline e nettare. A proposito di nettare, i Bombi non lo elaborano come le api con gli enzimi gastrici ma viene rigurgitato tal quale negli otri e non viene nemmeno concentrato con l'evaporazione, di conseguenza rimano liquido, amaro e allappante ed alla volte anche tossico in quanto raccolto su fiori velenosi come l'Elleboro, la Digitale o l'Aconito. Queste caratteristiche negative unite alla scarsa resa dovuta alle ridotte dimensioni del nido e al fatto che il nido è vitale solo per qualche mese e quindi non si fanno scorte per l'inverno, non lo rendono adatto al consumo umano.
Sul finire dell'estate la regina perde il Feromone inibitore e da quel momento le nuove nate sono femmine feconde, queste si liberano della regina uccidendola e depongono delle uova dalle quali nasceranno solo maschi (Fuchi) i quali raggiunta in breve tempo la maturità sessuale, s’involeranno con queste nuove regine “vergini”per il volo nuziale. Dopo l'accoppiamento, come avviene di spesso nei “Fenomeni Minimi”, il maschio muore e le nuove regine ormai fecondate cercano e trovano un rifugio tranquillo e riparato (un anfratto ben esposto o dietro una corteccia) per svernare e ricominciare il ciclo, fondando ciascuna di esse una nuova colonia già ai primi tepori di febbraio. Il ciclo vitale delle regine dura quindi un anno solare esatto mentre le operaie vivranno solo per i pochi mesi estivi in piena attività, infine i maschi, funzionali solo alla riproduzione, solo poche settimane. Descrivere qui la morfologia dei Bombi è quasi superfluo, tutti noi li conosciamo: corpo tozzo di buona taglia, fitta peluria, colori aposematici di avvertimento (nero, giallo, bianco, arancione). Forse non tutti sanno però che il Bombo è un ottimo impollinatore in quanto oltre ad avere il corpo fittamente ricoperto di lunghi peli che sono in grado di “sporcarsi” di grandi quantità di polline, hanno la lingua molto lunga che può quindi arrivare ai NETTARII di fiori che la comune ape mellifera non può raggiungere, (ad esempio il Pomodoro) inoltre il Bombo entra nelle serre di coltivazione per procurarsi il cibo, cosa che le api ed altri insetti pronubi non fanno. Un'altra curiosità sconosciuta ai più: il forte ronzio emesso durante il volo dal Bombo, non è dovuto allo sbattere delle ali ma alle velocissime contrazioni dei forti muscoli alari i quali vengono usati anche come efficiente fonte di calore nel caso la temperatura del nido scenda sotto una soglia critica. Ho osservato personalmente dei Bombi nelle fredde mattine d’inizio primavera semi assiderati su un fiore o a terra che attendono il primo raggio di sole per “carburare” il loro metabolismo, poi vibrare i muscoli alari e con essi quasi tutto il corpo per scaldarsi ulteriormente e finalmente decollare. Durante la fase di riscaldamento, se disturbati con un dito o un bastoncino, non potendo fare altro, alzano una zampetta verso l'importuno come a tenerlo a distanza con un gesto quasi umano.
Concludo ricordando di non confondere il Bombo con il Calabrone e quindi di non cedere alla tentazione di ucciderlo perché è inoffensivo e utilissimo quale impollinatore in agricoltura e quindi necessario a tutti noi. (Maurizio Teruzzi – foto dell’autore: Bombo terrestre su Asteracea)
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