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Fenomeni minimi: I ragni

Aggiornamento: 24 feb 2020







Tra i più rappresentativi e, per me, interessanti animali della cosiddetta “NATURA MINORE” ci sono i RAGNI che, a dispetto di chi li considera degli insetti, rappresentano invece la gran parte della Classe degli ARACNIDI, insieme agli acari ed agli scorpioni.

Di conseguenza poco hanno a che spartire con mosche e calabroni e la prima differenza sta nel numero di zampe: 3 paia negli insetti, 4 paia nei ragni oltre ad altre appendici prettamente predatorie come i cheliceri, aguzzi uncini cavi collegati alle ghiandole del veleno che, oltre alla funzione paralizzante o letale sulle prede, ne predigerisce i tessuti trasformandoli in un brodetto liquido e nutriente che verrà aspirato, sempre dai cheliceri e metabolizzato come nutrimento. Tale tecnica è adottata anche da alcuni insetti come gli acquatici ditischi e le luminose lucciole.

Altre appendici boccali atte a trattenere la preda, a rivoltarla e maneggiarla sono i pedipalpiche osservati in azione da vicino, nulla hanno da invidiare alle nostre mani in fatto di mobilità ed abilità prensile.

Quanto sopra descritto è comune a tutti i ragni: cheliceri per catturare e mangiare, pedipalpi per manipolare e 4 paia di zampe; ma altre funzioni come la capacità di costruire ragnatele è tipica solo di alcune specie anche se tutti i ragni, in misura diversa, sono in grado di emettere fili di seta usati anche per impacchettare una preda particolarmente restia a farsi predare o per legare le uova in una masserella che verrà portata appesa all’addome della femmina per tutto il periodo della gestazione.

Questo comportamento differenzia ulteriormente i ragni dagli insetti i quali abbandonano le uova al loro destino, naturalmente in involucri atti alla loro protezione fino alla schiusa!

Tornando per un momento alle ragnatele: sono vere e proprie opere di ingegneria che dimostrano l’alto grado di specializzazione innato di questi animaletti.

Una ragnatela “tipo” si costruisce nel seguente modo: individuato un luogo dove presumibilmente passeranno molti insetti, quindi : tra le foglie, tra due muri o tra i fiori, il ragno emette dalle filiere addominali un filo leggermente viscoso e lo lascia dondolare al vento fino a che si attacca ad un sostegno reputato solido ed alla giusta distanza. A quel punto l’animale percorre il filo, lo tende e lo ancora al meglio. Da questa posizione ripete l’operazione fino a formare con tre fili un telaio triangolare molto robusto, dopodiché il ragno crea una trama di fili altrettanto robusti che, dal centro del triangolo prima formato lo collegano a raggiera in modo da creare una solida base per l’ultima fatica: la spirale!Questa è costruita, a differenza di telaio e raggiera, con un filo molto sottile, spiralato come una molla elicoidale e cavo, contenente una sostanza vischiosa che, a contatto con la malcapitata preda la blocca come una “super-colla”, permettendo al padrone di casa di aggredirla, iniettare il veleno ed avvolgerla in una rete di seta per evitare altri danni alla ragnatela stessa dovuti agli spasmi della preda.

Da sapere che se il ragno non avesse le zampette intrise di uno speciale olio o se , in altre specie, non camminasse esclusivamente sulla raggiera, evitando accuratamente il filo della spirale, resterebbe invischiato esso stesso nella propria trappola!

L’argomento è troppo vasto perché possa essere esaurito in queste poche righe, ma un cenno alla millantata pericolosità dei ragni è doveroso.

Cominciamo col dire che in Italia l’unico ragno potenzialmente pericoloso è la Malmignatta (Latrodectes tredecimoguttatus) o ragno volterrano che, sfatando una leggenda agricolo-metropolitana non è certo grosso e peloso, ma piccolo ( 1 cm) e glabro: livrea nera con 13 macchioline rosse sull’addome, vive in ambienti aridi e assolati e non è molto comune, di conseguenza gli incontri occasionali sono rarissimi. Un altro ragno dal veleno potenzialmente pericoloso per l'uomo è il Ragno violino, piccolo e poco appariscente ma essendo di carattere schivo e per niente aggressivo, pur potendo abitare in cantine e solai, raramente lo si può incontrare.

Occorre ricordare che tutti i ragni sono dotati di veleno, essendo per loro indispensabile alla cattura delle prede e successiva digestione. Quindi il morso di un qualsiasi ragno è come minimo da un po' fastidioso a molto doloroso.

In linea di principio, comunque, nel mondo dei ragni i più pericolosi sono proprio quelli di piccola e media taglia, mentre invece le grosse migali sudamericane, che anche se hanno un morso dolorosissimo , non risultano essere letali per animali di media e grossa taglia.

La saggezza popolare recita che uccidere un ragno porti male e un fondo di verità c’è in questa affermazione, in quanto nei tempi passati, privi di insetticidi e ricchi di mosche e parassiti, i ragni svolgevano la stessa funzione che il gatto svolgeva con i topi: ne eliminava quanti più poteva con notevole sollievo per gli umani, inermi di fronte a tali flagelli.

Ancora una volta è dimostrato che in Natura tutto ciò che esiste ha ragione d’essere.

In questo preciso momento, sulla mia scrivania c’è un piccolo ragno saltatore, di quelli che non fanno la ragnatela, sembra attratto dalla luce della lampada: lo lascerò fare, come del resto ho sempre fatto, sperando che nelle afose serate estive mi difenda dalle voraci zanzare.

Ma anche se ciò non avvenisse, ho comunque provato il piacere di alcuni minuti di riflessione su questa creatura, sulla sua complessa biologia e sulla sua vita così effimera ma così intensa!

Maurizio Teruzzi




 
 
 

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