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Corot Camille Jean-Baptiste

Aggiornamento: 25 mag 2021





Corot nasce a Parigi il 16 luglio del 1796 in una famiglia benestante (padre venditore di stoffe e madre modista). La sua formazione inizia al Lycée Pierre-Corneille di Rouen. Non è uno studente brillante; viene definito come un bambinone timido e impacciato. Del 1817 i suoi primi lavori. Dipinge prediligendo soggetti storici. Venticinquenne, entra a lavorare nello studio di Etna Michallon e, dopo la morte di quest’ultimo, segue gli insegnamenti di Jean Victor Bertin. Questi due maestri avviano il giovane Camille alla pittura di paesaggio. All’età di 26 anni ottiene dal padre, che invano aveva tentato di avviarlo alla carriera di commerciante, una rendita che gli consente di dedicarsi a tempo pieno alla pittura.

Nel 1825 Corot intraprende il Grand Tour in Italia. Visita Roma, Narni, e Tivoli. Rimane estasiato non solo per il ricchissimo patrimonio artistico, ma anche dalla calda luce mediterranea e dalla bellezza delle donne locali che diventeranno soggetti di diversi suoi dipinti. Del 1826 Il Ponte di Narni”, dipinto che ben rappresenta la capacità di Corot di rendere l’impressione di grandi distanze tra l’osservatore ed il quadro, sfumando i contorni tra il primo piano e lo sfondo.



Nella primavera del 1829, tornato in Francia, si reca a Barbizon, nell'incontaminata foresta di Fontainebleau, traendone nuovi spunti per dipingere le bellezze naturali: del 1830 è “Veduta della Foresta di Fointanebleau”, quadro ben accolto dalla critica. Si può dire che da qui in avanti la sua sensibilità vira decisamente verso un naturalismo che trova la sua piena espressione nella rappresentazione dei soggetti come appaiono veramente, rifiutando il ricorso obbligato a canoni accademici. Nel 1830 dipinge “La Cattedrale di Chartres”, con

effetti atmosferici ed utilizzo del color dipinto che ben rappresenta la capacità di Corot di rendere l’impressione di grandi distanze tra l’osservatore ed il quadro, sfumando i contorni tra il primo piano e lo sfondo. L’opera viene creata riprendendo il bozzetto di un acquedotto romano diroccato, trasformandolo in uno scenario pastorale classicheggiante e irreale, con l’aggiunta di elementi naturali (alberi e prati), composizione che incontra il e che preludono alla futura svolta impressionista.Corot diventa uno degli esponenti più autorevoli della scuola di Barbizon che si ispira alla tradizione classica della pittura di paesaggio.

Corot viaggia anche in patria; in Normandia e a Rouen lavora assiduamente en plein air. Entra in contatto con altri pittori che amano dipingere dal vero; in particolare con Jean-François Millet. L'accoglienza per i dipinti che espone ai Salon del 1831 e del 1833 è però fredda. Probabilmente è proprio questo insuccesso che lo sollecita a recarsi nuovamente l’Italia.

Nel 1834 è a Venezia e poi in Toscana. Si ferma in Lombardia, rimanendo incantato dalle leggere foschie che aleggiano sul lago di Como. Il gusto per i paesaggi avvolti dalla nebbia influenza in modo ricorrente le sue opere.

Charles Baudelaire è un suo grande ammiratore. Lo difende dai detrattori e lo definisce «capo della moderna scuola di paesaggio». Anche grazie agli apprezzamenti di Baudelaire Corot conquista ulteriore favore di critica e di pubblico. Nel 1845 la municipalità di Parigi gli commissiona una pala d’altare per una chiesa: una delle poche commissioni pubbliche ricevute. Camille dichiara: “Ho un solo scopo nella vita che voglio perseguire con costanza: fare paesaggi”. Nel 1848 è nominato membro della giuria del Salon. Negli ambienti parigini è conosciuto anche come “Pere Corot” (“Padre Corot”) per via della sua natura benevola, l’abitudine ad aiutare i giovani che faticano ad emergere e la generosità verso artisti meno fortunati. Pissarro è tra i suoi allievi. Nel 1854 si reca in Belgio e Olanda. Nel 1855 ottiene riconoscimenti all’Esposizione Universale di Parigi (Napoleone III acquista un suo dipinto “Il carretto, ricordo di Marcoussis).


Una sintesi della poetica di Corot la possiamo trovare ne “Il Bagno di Diana”, dipinto che, pur affrontando un tema classico, non eccede in simbolicità ma rispetta il canone naturalista tipico di Corot.

Nel 1859 il suo successo è al culmine; i numerosi dipinti esposti al Salon riscuotono un successo clamoroso. La sua pennellata, morbida e luminosità, diventa l’elemento di riconoscibilità dei suoi lavori. I suoi sono paesaggi classici, austeri, che ben si prestano alla sobrietà e formalità dei Salons. Corot inoltre non manca quasi mai di utilizzare tratti di colore di maggior vivacità per focalizzare l’attenzione dell’osservatore sul centro della scena. Lo Stato Francese contribuisce alla fama dell’autore acquistando, nel 1864, un suo dipinto: “Ricordo di Mortefontaine”, lavoro accolto con entusiasmo dalla critica.

Alcuni critici ritengono che Corot abbia sempre lavorato su un doppio binario: dipinti “privati”, dove il pittore esprime appieno la sua sensibilità e la sua poetica (paesaggi intrisi di realismo, ritratti di donne) e lavori “ufficiali”, impostati secondo canoni classici consolidati, per raccogliere gli apprezzamenti della critica del tempo e per poter esporre nei Salons.

Volendo fare delle semplificazioni, si potrebbe forse dire che le sue opere hanno radici nella tradizione neoclassica ma anticipano temi e modi (ad esempio, en plein air) che saranno tipici dell'Impressionismo (dal quale comunque si distinguerà per un uso differente dei colori). In realtà Corot, sebbene considerato uno dei maggiori esponenti della pittura en plein air, dipingeva sostanzialmente in studio. Si limitava infatti ad eseguire alcuni rapidi schizzi all'aperto, per poi rielaborarli nel suo atelier.

Corot, sul finire della sua attività, riprende anche a dipingere numerosi ritratti e, negli ultimi anni si dedica alla pittura di nudi femminili. Anche nei ritratti da prova delle sue capacità. Ne

abbiamo un esempio in “Donna con una perla”. In questo ritratto di ragazza in costume italiano viene fatto un uso discreto del colore; il quadro sembra quasi monocromatico. In realtà l’uso sapiente delle sfumature dei pochi colori usati esalta la bellezza della figura rappresentata. Ritratti, nudi e personaggi in costume evidenziano anche notevoli qualità di pittore di figura (che non mancheranno poi di suscitare l’ammirazione anche di Picasso). Nel suo ultimo anno di vita torna nei suoi dipinti la presenza dell’acqua quale elemento di tranquillità e di calma.

Corot muore a Parigi il 22 febbraio del 1875.

La critica non è concorde nell’inquadrare l’opera di Corot in periodi artistici definiti, considerando anche che era abitudine dell’artista completare opere iniziate anche anni prima. Forse la sua grandezza non può essere paragonata a quella di Turner e Constable ma, indubbiamente, la sua opera consente di definirlo come uno dei più importanti pittori paesaggisti dell’800. Nella sua vita Corot eseguì più di tremila dipinti, più di 600 disegni e numerose stampe (acqueforti e litografie di paesaggi). I suoi quadri sono sparsi in tutto il mondo, ma la concentrazione più importante, per numero e per qualità, si trova in America.

Franco Vergnaghi






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