Può sembrare strano,o quantomeno bizzarro mettere nei siti consigliati per visite turistiche il Cimitero Monumentale.
Anni fa, quando ho cominciato timidamente a scoprire la mia città, questo luogo era frequentato prevalentemente da stranieri.
Poi qualcosa è cambiato,il Comune di Milano ha cominciato a capire l'importanza artistica e storica di questo luogo e ha cominciato a proporre visite guidate, a consigliare itinerari, poi via via la scelta turistica si è allargata e il Cimitero Monumentale è entrato a pieno titolo nei circuiti di visite guidate e no.
Io personalmente trovo molto bello e rispettoso avvicinarsi a questi monumenti, rendere omaggio anche a persone che sono state eccellenze per la città di Milano e non solo, e riposano nel Famedio, un nome su tutti Alessandro Manzoni (pensiamo,inoltre, che ci sono opere di Pomodoro, Fontana, Medardo Rosso,Castiglioni e molti altri) ammirando la bellezza e questo senso di eternità che, solo per un attimo sembra sconfiggere la morte.
Il Monumentale ebbe una gestazione lunga e travagliata cominciata nel 1837 su sollecitazione dell'amministrazione austriaca del Regno Lombardo-Veneto in sostituzione dei sei preesistenti cimiteri milanesi avviati alla chiusura e alla dismissione. Vincitore del concorso finale indetto dal Comune di Milano fu il progetto dell'architetto Carlo Maciachini (1818-1899), realizzato a partire dal 1864 in stile eclettico con richiami bizantini, gotici e romanici.
La prima deliberazione relativa all'erezione del nuovo cimitero fu quella presa nel 1837 dalla Congregazione Municipale (l'attuale giunta municipale delle città italiane) presieduta dal podestà conte Gabrio Casati nel suo primo anno di mandato: in quella deliberazione la giunta bandiva un concorso per un nuovo cimitero che fosse «degno del lustro di Milano, onde riunirvi lapidi e monumenti per distinti cittadini e sepolcri di famiglia, e vasto a raccogliere tutte le spoglie dei trapassati».
Venne quindi indetto un nuovo concorso con termine il 30 settembre 1861, poi protratto al 31 dicembre e infine al febbraio 1863, al quale parteciparono ventuno progetti fra cui quello di Carlo Maciachini che, nella seduta del 10 luglio 1863 venne indicato come il migliore.
Negli stessi anni in cui si dava avvio ai lavori per la Galleria Vittorio Emanuele II e per la nuova Piazza del Duomo, si volle esprimere la necessità di un luogo in cui il culto religioso dei defunti si potesse unire a forti valenze civili. La decisione della Commissione, anche questa volta, non fu esente da polemiche; tuttavia, già alla fine del 1863, si poterono avviare i lavori di trasformazione di un'area di circa 180 mila metri quadri.
Il piazzale del Cimitero, che procedendo dal centro della città appare in fondo a Via Ceresio, si estende su un’area di circa 5.000 mq. L'intera struttura cimiteriale si articola in modo ortogonale e simmetrico rispetto alla forma centrale del cortile d'ingresso.
L’imponente edificio è riccamente decorato con fasce marmoree, realizzate con Pietra Simona della Val Camonica e Pietra di Sarnico e con inserti in Pietra di Viggiù; i colonnati d'accesso alle gallerie laterali sono realizzati in granito bianco e rosa di Baveno. La sistemazione del vasto terreno segue criteri che possiamo definire di tipo urbanistico, dove si presta attenzione ai collegamenti, si creano direttrici principali e secondarie, si aprono slarghi e piazzali ponendo i monumenti come punti di riferimento e fulcri visivi dei viali. Il Cimitero è percorso in tutta la sua lunghezza da un viale centrale che lo suddivide in due parti simmetriche e che, inframezzato dall'edificio dell'Ossario e dalla Necropoli, si conclude nel Tempio Crematorio.
Il Cimitero è stato pensato per dare un servizio alla cittadinanza, dove il culto religioso dei defunti si intreccia alla valenza civile. A questo proposito sono stati dedicati due Riparti con spazi e ingressi autonomi, uno a Ponente per gli Acattolici e uno a Levante per gli Israeliti.
Lidia Arrigoni
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