Il Romanticismo Tedesco è il primo tra i movimenti romantici in Europa. La sua nascita viene fatta risalire alla fine ‘700 e, ancora prima, al 1770 con gli esponenti dello Sturm und Drang: Goethe e Schiller fra tutti. Nel resto d’Europa si svilupperà più tardi. In Italia i ”Romantici” daranno vita nel 1818 al foglio liberale Il Conciliatore, censurato dalla repressione austriaca. Molti i musicisti che aderiscono, più o meno consapevolmente, a questo movimento e grande diventa la loro fama. Più contenuto il numero dei pittori tedeschi che interpretano le istanze del movimento con convincente poetica e qualità espressiva. Tra questi vi è indubbiamente Friedrich. Il Romanticismo considera l’arte una forma di espressione importante in quanto in grado di cogliere i sentimenti dell’uomo e la presenza del divino. Vuole così porre fine alla concezione illuminista che sottovalutava l’arte in quanto basata sul sentimento.
Caspar David Friedrich nasce a Greifswald, una cittadina sul Baltico di cinquemila abitanti, in Pomerania, il 5 settembre 1774, sesto di dieci figli. Vanno da subito ricordati due episodi della sua giovinezza: la morte della mamma quando lui aveva sei anni e la morte di un fratello durante i loro giochi sul ghiaccio. Questi due avvenimenti (oltre alla morte di altre due sorelle) lasciano un segno profondo nella sua sensibilità. Per tutta la vita sarà un tipo solitario, introverso, spesso provato dalla depressione e dai complessi di persecuzione. Caspar frequenta l’Accademia di Copenhagen e, a fine ‘700, si stabilisce a Dresda (nominato professore nell’Accademia di questa città, non vi insegnerà mai). Nei primi anni della sua attività nessuno si accorge dei suoi lavori e del suo talento. Inizia con disegni ed acquerelli e, solo quando comincia ad essere apprezzato, passa alla pittura ad olio. Dopo il 1790 si afferma definitivamente e arrivano i primi riconoscimenti. Dal 1810 diventa membro dell’Accademia di Berlino. Molti saranno i suoi dipinti, alcuni dei quali sono autentici capolavori.
Nel 1808 dipinge La Croce in montagna, nota anche come Pala di Tetschen, per farne dono al Re Gustavo IV di Svezia (allora la Pomerania dipendeva dalla Svezia). Il sovrano però fu deposto nel 1809, e non potendo più presentare l'opera al re, l'artista la vendette al conte Franz von Thun-Hohenstein che la collocò nel suo castello di Tetschen in Boemia. L'opera costituisce un punto di rottura con la tradizione che non avrebbe mai contemplato la Crocifissione inserita in un contesto naturale. La Croce viene presentata da un punto di vista distante, disposta obliquamente, in modo diverso dai canoni pittorici del tempo che non contemplavano abbinamenti fra tema religioso e natura. Anche per questo motivo il dipinto ebbe un’accoglienza molto fredda. Tagliente il giudizio del critico Basilius von Ramdohr: «sarebbe una vera e propria presunzione, se la pittura di paesaggio dovesse intrufolarsi nella chiesa e insinuarsi sull'altare».
Degli anni seguenti, 1809-1810, è Abbazia nel querceto. Questo dipinto è quello che meglio compendia molti temi della poetica di Friedrich. Ruderi e alberi scheletrici fanno da contorno ad una processione di monaci che portano una bara, simbolo del cammino verso la destinazione finale di ogni uomo: la tomba. Le sagome nere delle piccole figure contribuiscono a dare un aspetto solenne e monumentale al dipinto.
Di questi anni è anche il famoso Monaco in riva al mare, terminato nel 1809, dipinto
acquistato dal re Federico Guglielmo III di Prussia. Il dipinto conferisce un forte senso di disorientamento. La figura del monaco, con il suo cromatismo scuro, lo rende un tutt’uno con l’ambiente naturale che lo circonda, quasi a significare un luogo di passaggio tra la vita terrena e la morte. Siamo di fronte indubbiamente ad uno dei lavori più suggestivi di Friedrich.
Del 1818 è invece l’altrettanto famoso Viandante sul mare di nebbia dipinto che risulta essere un vero manifesto del Romanticismo. Una rappresentazione dell’uomo solo di fronte alla natura, manifestazione del Divino e dell’infinito.
Nel 1818 Caspar si sposa con Caroline Bommer, ragazza di origini semplici. In questo periodo la sua pittura si fa più lieve, quasi più gradevole, con l’utilizzo di colori più luminosi (come in Donna al tramonto del sole dove forse vi è ritratta proprio Carolina).
Friedrich è sempre più apprezzato. Nel 1820 numerosi suoi quadri vengono acquistati e portati a San Pietroburgo dall’imperatore
In questi anni emerge tutta la sua capacità poetica. E’ un grande osservatore dei paesaggi della Germania e soprattutto dei loro effetti di luce. Considera il paesaggio naturale come opera divina (influenzato probabilmente anche dalle frequentazioni con il teologo luterano Ludwig Kosegarten, convinto sostenitore che la natura è una manifestazione di Dio). I suoi dipinti più importanti sono da tutti considerati come lavori di grande spirito religioso. I suoi quadri incarnano appieno i canoni del Romanticismo tedesco tesi a rappresentare il sentimento, la passione e gli istinti. Friedrich utilizza frequentemente dei simboli per indicare la morte (querce e tronchi d'albero) e nei suoi dipinti compaiono cimiteri e rovine. Interpreta però anche il sentimento religioso della speranza identificandolo con cieli limpidi o con una luna luminosa. Sceglie di dipingere i paesaggi in momenti particolari come l'alba, il tramonto o durante una tempesta, cercando la partecipazione di chi osserva. I suoi personaggi sono spesso raffigurati di spalle (Rückenfigur) nel tentativo di far sentire l’osservatore il più possibile all’interno dell’opera per vivere pienamente l’atmosfera raffigurata (in accordo con quelli che erano gli ideali romantici del periodo - die romantische Stimmungslandschaft). Il paesaggio sconfina però spesso nell’irrealtà, acquisendo una valenza più simbolica che descrittiva (avrà influenza anche su artisti che gli succederanno, come Munch che vide le opere di Friedrich a Berlino negli anni 1880). Ciò è ancor più evidente nella rappresentazione dei paesaggi invernali, resi con grande durezza e solennità. In sostanza Friedrich interpreta in modo personale l’idea classica di paesaggio, concepito non più come immagine per il solo godimento della vista ma luogo da contemplare e da vivere con sentimento. Dipinge paesaggi stilizzati, concedendo spesso un ruolo da protagonista al senso di infinito. Friedrich non dipinge però all'aperto, ma nel suo studio, ricorrendo al ricordo di ciò che ha visto e all’immaginazione. Una delle massime di Friedrich era la seguente: “Il pittore non dovrebbe dipingere solo ciò che vede davanti a sé, ma anche ciò che vede dentro sé”.
Nei suoi ultimi lavori, come ad esempio nelle Tre età dell’uomo, viene ancor più confermata la sua attenzione all’essere umano ed al suo rapporto con la natura e il Divino. Il legame delle cinque figure rappresentate nel quadro con le cinque navi che solcano un mare tranquillo, alludono al passaggio sereno dalla vita terrena a quella eterna vista come luogo di tranquillità e di pace. Questo quadro, e il sentimento di pace che contiene, è completamente diverso da un altro suo importante lavoro, Il mare di ghiaccio, nel quale
l’attraversamento dalla vita alla morte viene rappresentato con l’allegoria del viaggio in mare ma con una resa cruda data dall’evento del naufragio, dalla spigolosità dell’immagine dei ghiacci e dall’utilizzo dei colori freddi. Forse il confronto tra questi due dipinti ci racconta proprio del diverso modo di affrontare il tema della morte da parte di Friedrich, con l’avanzare della sua età.
Friedrich non riesce a sfruttare gli anni di suo maggior successo; vive in modo molto semplice e talvolta solo grazie agli aiuti dei pochi amici. Già dagli anni ’30 la sua salute comincia a peggiorare (emorragia cerebrale nel 1835). Muore il 7 maggio del 1840 a 66 anni.
Solo dopo la sua morte, come spesso accade, la sua grandezza viene riconosciuta, in particolare verso la fine del XIX secolo, con la nascita del Simbolismo. La sua produzione di più di 500 quadri (oltre ad acqueforti, disegni ed acquerelli) ne fa uno dei pittori attualmente più apprezzati in Germania. Ma anche nella prima metà del ‘900 la sua fama è grande al punto che il nazismo vuole presentarlo come un simbolo della capacità artistica tedesca, facendone quasi un mito. Friedrich è stato comunque indubbiamente il più importante pittore “romantico” tedesco e la sua opera ha fatto scuola per le esperienze romantiche di tutto il continente europeo.
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