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1824: Appunti per un bicentenario e altre note a margine



Piero Buscaroli: Bruckner, gigante della sinfonia, Bietti editore, novembre 2023,

pp.372, euro 24,00





Il bicentenario della nascita di Anton Bruckner (1824-1896) permette di fare alcune nuove considerazioni sull’arte del celebre compositore. Considerazioni anche in merito alla sua capacità di intaccare una concezione della forma musicale ormai vetusta portandola ad estreme conseguenze.

Questo ampio studio di Piero Buscaroli nasce come testo composito di programmi di sala pubblicati dal Teatro Comunale di Bologna, fra il 1985 e il 1987, per un colossale ciclo sinfonico dedicato al musicista austriaco.

Si tratta di uno sforzo organizzativo davvero incredibile per un ente musicale italiano in cui cultura, informazione ed esecuzione seguono un tracciato unitario, tale da mostrare al pubblico l’evoluzione della forma sinfonica tracciata dall’illustre musicista.

L’editore Bietti propone un corposo assemblaggio del materiale saggistico di Buscaroli così da permettere la nascita postuma di un nuovo ed illuminante studio critico.

In questo momento l’interesse per Bruckner è cresciuto, permettendo l’apparizione di nuovi contributi saggistici, dopo anni di silenzio. Pensiamo al libro di Alessandro Zignani “Il sosia di Dio” in cui viene data una immagine storica del compositore che tiene conto anche del particolare ambiente in cui è nato e cresciuto.

La tesi che emerge dalla visione critica di Buscaroli concerne il valore innovativo, dirompente dell’arte di questo originale creatore. Il punto cruciale su cui ruotano le analisi delle opere di Bruckner è il problema delle prime sinfonie e, in modo particolare, della Terza Sinfonia detta “Wagner-symphonie”, snodo cruciale dell’intera concezione della forma sinfonica per gli anni a venire. Altro momento sintomatico della considerazione complessiva del magistero bruckneriano è la visione unitaria dell’opera a seguito delle varie revisioni delle singole sinfonie.

E’ ormai assodata la complementarietà fra ultime redazioni del materiale sinfonico e le scritture precedenti. La prima versione delle opere di Bruckner viene accolta come la più autentica, audace, innovativa, aderente alla visionarietà del compositore.

La “Wagner-symphonie” rappresenta il momento di fusione fra idee armoniche legate alla nuova scuola austro-tedesca e il concetto di citazione e autocitazione. Dall’epigrafe famigerata, in cui compare il nome del sovvertitore di ogni ordine precostituito (Richard Wagner), derivano anche gli equivoci critici della stampa e dell’opinione pubblica dell’epoca.

Il saggio di Buscaroli cerca anche di fare luce sugli esiti delle prime esecuzioni delle sinfonie di Bruckner nella Vienna asfittica, affetta dal morbo di Beethoven. Forse il compositore non era così sprovveduto ed indifeso come direttore d’orchestra. La perizia di Bruckner maestro del coro lo avvicina sensibilmente al rivale Johannes Brahms. L’arte direttoriale del compositore era maturata come maestro di voci, sensibile alla chiarezza espositiva dell’interiorità armonica.

Il risultato di queste sapide ed illuminanti analisi è che la concezione musicale bruckneriana è fortemente debitrice del primo movimento della Nona beethoveniana e non del finale corale.

Il tremolo degli archi, l’inserimento di fasce sonore di natura esterna, esplicitate dai fiati, lo scontro di gruppi armonici ai limiti della tonalità: questo è il nocciolo problematico lasciato in eredità alle generazioni future.

Bruckner appare come un musicista progressivo, aperto alle sfide lasciate incompiute dai maestri che lo hanno preceduto, primo fra tutti Franz Schubert.

La sua apparente “inattualità” lo rende invece molto vicino a noi per la passione infantile per le feste danzanti, il nuoto e i viaggi estremi, praticati nei limiti delle consuetudini dell’epoca, sui monti e le cascate della Svizzera, oppure nella Francia medioevale.

Un biografismo più attento agli aspetti psico-sociali di “fine-secolo”, scioglie gli enigmi di questa strana personalità umana e artistica.

Questo libro è unico e rivelatore di tutti quegli aspetti della storia della musica del diciannovesimo secolo che non sono stati debitamente scandagliati. Questo tributo postumo alla sagacia analitica di Piero Buscaroli è un modo per non dimenticare la figura di uno studioso che ha saputo illuminare gli aspetti disattesi di Bach e l’oscura immagine di Mozart.

Leggendo questo testo sapremo davvero qualcosa in più su Bruckner, percorrendo le strade ignote che altri studiosi non hanno voluto affrontare.


Sergio Mora





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