Divina creatura, leva del mondo,
così, su due piedi, come in un sogno,
basti tu sola, sorgente,dal fondo,
di questa Regina sentiamo il bisogno.
Ebbri di Storia i tuoi figli migliori,
l’ultimo grido tra i più cari tesori,
Ave Cesare, ma è Roma nei cuori,
sacro il luogo ove li colmi di onori.
Ma la Ruota non gira in vena di grazia,
Romolo e Remo pur ci hanno provato,
freme la Lupa, ahimè, poco li sazia,
sul Lungotevere sotto il cielo stellato.
Spirito Santo,alla più bella del Reame
hanno piegato la schiena e l’orgoglio,
le glorie di un tempo or fatto strame
da spaventare persino Bergoglio.
Quella che era magìa fiorita
si fa fatica a trovarla per sorte,
I nuovi barbari l’hanno colpita,
ma per fortuna non certo a morte,
perché se il lascito delle sette chiese
ancora volge al vialone alberato,
sette vite ha Roma, e non per un mese,
ma con la spada e lo scudo fatato.
Riluci più forte e non per un poco,
È tuo il futuro, Sant’Angelo scorgi,
Monta i cavalli, colpisci col fuoco,
Ancora la Fiaba, Roma, Risorgi!
Franco Matacchioni
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