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Immagine del redattoreLogos by Acada-Arkys

MUSEO DEL NOVECENTO



Buongiorno a tutti!

Oggi vi accompagnerò per la mia visita virtuale in uno dei musei più rappresentativi della città di Milano, ma spesso poco conosciuto ai più.

Certo le glorie del passato solleticano i nostri sensi, il concetto del bello nelle sale di Brera o nel Castello Sforzesco è istintivo, intuitivo, queste opere parlano un linguaggio che noi conosciamo e riusciamo a decodificare fin dalla più tenera età.

Ma accettate la mia sfida. Cosa pensate dell’arte contemporanea? La frase più ricorrente che sento e spesso ho pensato anche io “Ma questo lo facevo anche io.”

E’ questa la sfida. Andare oltre, interrogarsi al di là del primo impatto e magari ascoltare senza paura la prima impressione.

L’arte è comunicazione, sperimentazione e molto spesso gli artisti fanno complessi percorsi per finalmente trovare il loro personale metodo per parlare, per dire la loro sul mondo, sulla vita, sull’ Arte.

Nessuno pretende di far cambiare idea, io per prima su molte opere ho perplessità, quello che vorrei come sempre è incuriosirvi, cercare di andare oltre all’apparenza e non avere paura del pensiero che suscita un’opera.

Vi disturba?vi disgusta? Sono emozioni. E’ questo il punto.

Farci,semplicemente riflettere.

Cominciamo a presentarvi il luogo utilizzato per questo importante spazio espositivo.

Vicino al Palazzo Reale davanti al magnifico Duomo si trovano due palazzi gemelli che sono i Palazzi dell’ Arengario, in stile Razionalista, lineari, essenziali dalle forme semplici.

Il Museo e’ situato in uno dei Palazzi ed è stato inaugurato il 6 dicembre del 2010.

Il primo impatto è già straordinario. Una rampa a chiocciola vi porta al primo pezzo forte del

Museo il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo. Questo quadro raffinato nella sua esecuzione ha avuto una vita travagliata, fu spesso rifiutato perché toccava il tema scottante della denuncia sociale. Chi sono quelli del quarto stato?sono gli operai,i contadini ,gli ultimi.

Ora il Quarto Stato è a una mostra a Firenze, al suo ritorno a Milano sarà spostato alla Galleria d'Arte Moderna.


I piani sono 5 e una parte del Museo prosegue nel braccio del Palazzo reale.

Vorrei parlare del movimento artistico italiano nato a Milano che qui ha un’ intera sala dedicata con opere dei suoi maggiori esponenti e qui voglio ricordare Umberto Boccioni che è anche il mio preferito.

La sua morte prematura purtroppo ha limitato quello che avrebbe potuto lasciarci.


Di lui ricordo i meravigliosi ritratti, specie della Madre

con una delicatezza e raffinatezza squisita.

In fondo al corridoio dedicato al Futurismo c’ è l’ opera più famosa.

La conosciamo tutti ,se non altro perché è rappresentata sulla moneta da 20 centesimi. E’ una figura imponente in bronzo che vuole andare oltre a un limite da sempre dell’arte. Come si rappresenta i l movimento? Secondo il mio modestissimo parere i questa opera straordinaria la sfida è superata.

Forme uniche nella continuità nello spazio.

Il piano più straordinario è sicuramente l’ultimo


Si accede con la scala mobile e l’immensa vetrata che regala la vista su piazza Duomo regala una forte emozione. Vi è anche un pianoforte e se siete fortunati ogni tanto qualcun si ferma a suonare.

L’opera di questa sala è di un altro straordinario artista Lucio Fontana (si,quello dei tagli ), ed è un installazione struttura al neon recuperata dall’ hotel del golfo dell’isola d’Elba.


Lucio Fontana è un importante artista italiano (nato in Argentina ) che viene ricordato per i suoi celebri tagli e buchi. Io ho cominciato ad apprezzarlo quando ho scoperto le sue

straordinarie sculture e

ceramiche.

Qui vi faccio vedere la sua straordinaria Signorina che ricoperta d’ oro si guarda a uno specchio immaginario, una moderna Venere in una posa tutt’altro che estetica, ma assolutamente normale e vicino a quello che potremmo fare noi.


La parte collegata con il palazzo reale è arte cinetica e arte programmata, poi pop art e neo dada.

L’esposizione arriva fino agli anni 80.


Vorrei fare un piccolo accenno alla Sala Marino Marini con le sue figure stilizzate abbozzate intense e vere (adoro le sue figure femminili )







Insomma il Museo del Novecento è davvero uno scrigno di Arte e Storia,da scoprire, vedere e rivedere.



Lidia Arrigoni








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