Poema fisico e lustrale, di Empedocle (a cura di Carlo Gallavotti, Fondazione Lorenzo Valla, Mondadori). Empedocle di Agrigento, visse nel V secolo a.C., nell’età di Pericle ateniese e del massimo fulgore della Magna Grecia. Fu un pitagorico animato da grande desiderio di conoscenza. Rievoca qui, con calore, un’atmosfera semi-magica, tipica del tempo.
Una lettura affascinante.
I rimpianti, di Joachim Du Bellay (trad. di Paolo Magi, Archivio Dedalus Edizioni). Prima e sinora unica traduzione dello scritto più importante del Du Bellay (1522?-1560), che da dentro visse la corruzione della Chiesa Cattolica. Aveva accompagnato a Roma lo zio Jean, cardinale. Testo (sonetti) che dimostra l’abbandono del petrarchismo a favore di un linguaggio poetico tutto francese (e tutto cose anziché pur incantevoli fantasie). Ecco una sua dichiarazione: Odio anche io stesso la mia imperfezione, ma soprattutto odio un sapere pedantesco (Sonetto LXVIII ultime due righe).
Dario Lodi
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