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Il suicidio di Salvini



Il governo italiano perde Matteo Salvini per harakiri. La mossa del leghista di far saltare il governo gialloverde, fatta in pieno agosto, è stata del tutto inaspettata. Salvini contava su elezioni anticipate, certo della vittoria (sogna pieni poteri). Bene ha fatto il premier Conte a ridimensionarlo con un discorso quanto mai incisivo. L’arroganza di questo individuo, Matteo Salvini, e la sua impreparazione politica e umana non erano più tollerabili. L’Italia ha bisogno di ben altro. Gli avventurieri, gli speculatori. devono sparire (si veda l’incuria decennale del Ponte Morandi di Genova, spaccato in due miseramente, provocando morti e feriti, giusto un anno fa; riscontrati difetti gravi già in fase di costruzione). La figura ingombrante del leader della Lega è colpa anche di un alleato molle, timido e remissivo oltre il tollerabile. Una conclusione logica, magari neppure provvisoria, potrebbe essere un governo M5S-PD-LeU: ma più che sigle, ci vogliono persone all’altezza, non improvvisati, non cariatidi, non giovincelli spregiudicati e solo fracassoni (tipo Renzi). C’è bisogno di politici che abbiano finalmente il senso dello Stato, la capacità di mediare con intelligenza e di intervenire con la voglia di affrontare seriamente i problemi del Paese, inclusa l’immigrazione, oggi selvaggia e tollerante verso il triste bivaccare (con annessi non pochi reati, come lo spaccio di droga) dei “rifugiati” (è necessaria l’attenzione severa anche verso il lavoro nero e quello precario: dove sono i Sindacati?). Utopie? Ma furia di crederlo non si farà mai niente di buono. Si continuerà a procedere a vista, abbracciando più le involuzioni, date dal potere finanziario, che le indispensabili evoluzioni.




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