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IL CINGHIALE



APPENA MI E’ POSSIBILE PASSO IL TEMPO LIBERO NEL MIO “BUEN RETIRO” NELL’APPENNINO PARMENSE: UNA PICCOLA CASA CIRCONDATA DA CAMPI COLTIVATI, E BOSCHI DI CASTAGNO, QUERCIA E FRASSINO IL TUTTO ONDULATO SU COLLINE ANTICHE DOVE L’ANTICO MARE PADANO FRANGEVA LE SUE ONDE, FORSE PROPRIO DOVE ADESSO TRONEGGIA IL FICO CHE OMBREGGIA IL CORTILE.

LA PROVA DI TUTTO QUESTO SI RITROVA NEGLI INNUMEREVOLI REPERTI FOSSILI IN FORMA DI FOGLIE, VERMI E SEMI CHE SI RITROVANO OVUNQUE NEI CAMPI, NEI BOSCHI E NELLE PIETRE USATE PER LA COSTRUZIONE DELLE CASE CHE GLI ESPERTI DICONO ESSERSI FORMATE NELL’EOCENE (50 MILIONI DI ANNI FA!.).

EBBENE, IN QUESTA PARTE DI MONDO MI DILETTO A PASSEGGIARE PER BOSCHI ALLA RICERCA DELLA “DIMENSIONE PERDUTA” OVVERO METTENDO SOTTO CARICA LE BATTERIE DEL CORPO E DELLA MENTE, OSSERVANDO SCOIATTOLI E POIANE, RETTILI E ANFIBI, FOTOGRAFANDO ORCHIDEE E ALTRI FIORI E CERCANDO FUNGHI SIA DA STUDIARE CHE DA......MANGIARE.

PROPRIO DURANTE UN’ESCURSIONE FUNGINA, NON PROPRIO SCIENTIFICA MA PIUTTOSTO EDONISTICA, IN QUANTO UN’IMPROVVISA VOGLIA MI SPINSE NEGLI ANFRATTI PIU’ RECONDITI DEL BOSCO ALLA VANA RICERCA, DATA LA STAGIONE SICCITOSA, DI QUALCHE BEL PORCINO. MA INVECE DI ESSERE IO A TROVARE IL PORCINO, FU LUI, O MEGLIO LORO A TROVARE ME IN QUANTO MI IMBATTEI IN UN

BRANCO DI “PORCI SELVATICI” MEGLIO CONOSCIUTI COME CINGHIALI (Sus scrofa).


ESSENDOMI PORTATO VICINO ALLA SORGENTE D’ACQUA ABITUALMENTE FREQUENTATA DAI CINGHIALI NELLA SPERANZA CHE L’UMIDITA’ COSTANTE AVESSE PERMESSO A QUALCHE FUNGO DI NASCERE, D’UN TRATTO SENTII UNO, DUE DIECI FRUSCII PROVOCATI NON CERTO DA SCOIATTOLI, SULLE PRIME PENSAI AD UN CANE, PIU’ CANI... POI REALIZZAI: SONO CINGHAILI!

CERTO IN RITARDO PER L’ABBEVERATA MA INDUBBIAMENTE CINGHIALI.

L’ISTINTO MI SUGGERI’ DI NON ALLONTANARMI PER NON PERDERE UNA SIMILE OCCASIONE D’OSSERVAZIONE MA NEL CONTEMPO MI DISSE ANCHE DI METTERMI AL SICURO DA EVENTUALI REAZIONI DI DIFESA DEI PADRONI DI CASA, MI ARRAMPICAI ALLORA SU UN CASTAGNO A PERPENDICOLO SULLA POZZA FANGOSA E TROVATA UNA POSIZIONE PIU’ O MENO COMODA ATTESI GLI EVENTI.

NON DOVETTI ATTENDERE MOLTO! UNA FEMMINA PRECEDEVA UN GIOVANE, SI AVVICINAVA LENTAMENTE ALLA POZZA AVENDO SENZ’ALTRO NOTATO QUALCOSA DI INSOLITO OVVERO LA MIA SAGOMA SULL’ALBERO O FIUTATO IL MIO ODORE.

NONOSTANTE CIO’ IL PICCOLO INIZIO’ A BERE MENTRE LA MADRE SI LIMITAVA A TENERMI D'OCCHIO DA 5 METRI EVIDENTEMENTE PRONTA A DIFENDERE IL SUO INVESTIMENTO GENETICO, IL QUALE SI SOLLAZZAVA CON L’ACQUA ED IL FANGO FINO AL MOMENTO IN CUI LA MADRE DECISE CHE ERA IL MOMENTO DI ANDARSENE, INFATTI PARTIRONO AMBEDUE AL GALOPPO SENZA CERCARE DI SCHIVARE CESPUGLI E ARBUSTI I QUALI VENIVANO QUASI ABBATTUTI DALLA MASSA POTENTE DELLA MADRE, LA QUALE SEMBRAVA APRIRE UNA FACILE VIA DI FUGA AL SUO PICCOLO.

SPETTACOLO SUBERBO! DURATO IN TUTTO NON PIU’ DI 3 MINUTI MA FORSE PER LE CORTE DISTANZE DI OSSERVAZIONE, FORSE PERCHE’ PER ME ERA LA PRIMA VOLTA, RESTERA’ INDELEBILE NELLA MIA MEMORIA IL RICORDO DI QUELLO SPACCATO DI VITA SELVATICA CHE SI RIPETE UGUALE DA MILLENNI E CHE POCHI HANNO AVUTO MODO DI OSSERVARE, SENZA AVERE UN FUCILE SULLA SPALLA.

DIMENTICAVO GLI ALTRI COMPONENTI DEL BRANCO: UNA DECINA DI ESEMPLARI A SEMICERCHIO ATTORNO ALLA POZZA, SBATTEVANO I DENTI E SBUFFAVANO E GRUGNIVANO ASSETATI IN ATTESA CHE L’INDESIDERATO OSPITE LASCIASSE LA POSTAZIONE D’ABBEVERATA, MA L’OSPITE A QUEL PUNTO DECISE CHE SCENDERE DALL’ALBERO NON SAREBBE STATA COSA SAGGIA E SI PREPARO’ AD UNA LUNGA ATTESA NON RINUNCIANDO A SBATTERE RAMI ED EMETTERE FISCHI NEL GROTTESCO TENTATIVO DI AFFERMARE LA PROPRIA SUPERIORITA’, QUALE ESSERE UMANO, E QUINDI AL DIRITTO DI LASCIARE PER ULTIMO IL POSTO.

IN VERITA’ DOPO INTERMINABILI ATTIMI DI QUESTA SCHERMAGLIA UN FILO DI PREOCCUPATA ANGOSCIA COMINCIO’ AD INSINUARSI NELLA MIA MENTE, DURO’ POCO: COSI’ COME COMPARVERO QUESTI POSSENTI ANIMALI SPARIRONO NEL FOLTO, LASCIANDOMI QUESTO BEL RICORDO FATTO DI EMOZIONI MAI PROVATE CHE MOLTO IMMODESTAMENTE HO CERCATO DI TRADURRE IN QUESTO SCRITTO.

ANIMALE MISTERIOSO PERCHE’ ELUSIVO E CONOSCIUTO AI PIU’ SOLO ATTRAVERSO DISEGNI E FOTOGRAFIE, IL SIGNORE DELLA SELVA MI HA GUARDATO NEGLI OCCHI: NON RIUSCIRO’ MAI AD IMBRACCIARE UN FUCILE.


MAURIZIO TERUZZI



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