quei musicisti che cavalcarono i palcoscenici del jazz avendo lo stresso cognome che è salito all’olimpo per alcuni e nell’oblio per altri.
Che il cognome Brown fosse come il nostro Bianchi o Rossi era scontato, ma che i Bianchi e Rossi si dedicassero al Jazz come i “marroni” americani, non mi era dato sapere.
BROWN Boyce - Sax alto – Chicago 16/4/1910.
La prima scuola di Chicago con i Condon, gli Spanier ed il mitico Bix Beidercecke lo accoglie a braccia aperte, è lì inizia il suo cammino nell’universo jazzistico.
Suona per la maggior parte a Chicago con Don Carter, ma si concede anche una pausa Newyorkese suonando nella grande mela con Benny Meroff.
Le sue poche incisioni quasi irreperibili, rilevano uno stile grezzo, eccitante dove regna sovrano l’idioma dei primi negri di New Orleans, che ha fatto di lui una figura leggendaria.
Nel 1956 scompare dalla scena musicale, un ritiro premeditato a lungo; nulla si sa di lui, fino a quando ricompare improvvisamente ad una trasmissione televisiva per una jam session nella veste di Brother Matthew. Sì ora vive in un convento e il successo riscosso dal microsolco intitolato Brother Matthew with Eddie Condon’s Jazz Band fu certamente superiore di quello ottenuto come musicista Jazz professionista negli anni precedenti la sua conversione.
Devolse il compenso delle due trasmissioni televisive ad una missione in Sudafrica e continuò a suonare con un suo confratello dell’ordine un tale Padre Hugh Calkins.
Muore a Chicago a gennaio 1959
BROWN Cleo - Pianista e cantante - Meridian (Mississippi) 1909.
Si stabilisce con la famiglia a Chicago nel 1919, si interessa per un periodo alla musica classica, ma il vento di novità chiamato jazz lo contamina e si appassiona a questa musica.
A soli 14 anni si esibisce come cantante in uno show che ha talmente successo da giustificare una tournee in Canada e negli States.
Dal fratello imparò lo stile del boogie woogie piano e con la versione di Pinetop’s boogie woogie fu uno dei primi dischi che diffuse lo stile bolgie.
Spari nel 39 per poi riapparire dieci anni dopo con alcune incisioni per la Capitol, dopo di chè si dissolse nel nulla.
BROWN Lawrence - Trombone - Lawrence (Kansas) – 3/7/1905.
Cresciuto a Pasadena (California), studio piano, violino, tuba, sax alto e trombone.
Debuttò a Los Angeles con Charlie Echols e Curtis Mosby.
Le prime incisioni vengono effettuate nel periodo tra il ‘27 ed il ’30 con i Paul Howard’s Qualità Serenades e visto il risultato soddisfacente l’anno dopo incontra Lionel Hampton che lo accoglie nell’orchestra di Les Hite, quando questa accompagnava un certo Louis Armstrong.
I tre anni successivi li trascorse con il duca e quando Johnny Hodges lasciò l’orchestra lo seguì, fino al ’35 dove cominciò a fare il frrelancing.
Stile morbido e melodico, diverso da quello del vecchio trombone jazz ha il merito di aver divulgato un altro modo di intendere il trombone.
BROWN Les (Lester Raymond) - Direttore d’orchestra - Reinerton (Pennsylvania) 14/3/1912.
Gli strumenti del padre furono per lui una rivelazione ed imparò a suonare sia il trombone, che il sax soprano. Dal ’26 al ’29 frequentò il conservatorio di Ithaca (New York).
Formò il suo primo complesso alla Duuke University, the Duke Blue Devils, scioltosi dopo le prime incisioni nel ’37.
Si dedica alla professione dell’arrangiatore soprattutto per Larry Clinton e Isham Jones, sfrutta la fase culminante della swing era dirigendo un’orchestra tutta propria.
Inizialmente ebbe a modello, per stile e modello di formazione l’orchestra di Jimmy Lunceford.
La sua è un’ottima musica da ballo dove il gusto con cui interpreta aritmicamente le canzoni popolari e songs è universalmente apprezzato, lo dimostra il successo di Sentimental Journey.
Con lui si alternano cantanti del calibro di Doris Day nel biennio ‘40/’41, Marylin Maxwell dal ’43 al ’46 , Lucy Ann Polk e solisti di altissimo spessore come Dave Pell, Geoff Clarkson.
Nel 1951 una tournee europea che tocca Inghilterra, Francia e Germania è il coronamento della carriera di questo nostro Brown.
I Brown si susseguono ai Brown di anno in anno fino ad arrivare al mitico, Clifford Brown scomparso prematuramente a soli 26 anni dopo solo 4 anni di carriera che però fu sufficiente ad influenzare i trombettisti della generazione successiva tra cui Freddie Hubbard, Woody Show e Wynton Marsalis, ma questo sarà argomento dei prossimi articoli.
Giovanni Sessa
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