Il nostro socio e amico Santi Epasto ha vinto il primo premio alla settima edizione del Concorso Letterario Nazionale " Poesia e Prosa del Lavoro" ,organizzato dalla CISL.
La premiazione si è svolta sabato 25 Settembre nel prestigioso salone di Palazzo Reale a Milano. Ecco a voi il racconto:
L. <<Bandiera bianca>>
C. <<Bandiera bianca>>
L. <<Olà, fetentissimo Virus. Mi chiamo Nino.>>
C. <<Piacere, Lo Cin Cin.>>
L. <<Non ti chiami Covid-19?>>
C. <<Il mio nome cinese è Lo Cin Cin ma voi, strampalati occidentali, mi chiamate Covid-19. E’ un nome che mi piace perché mi dà l’idea di essere come un bit elettronico di quelli, piccolissimi e intelligenti, che fanno funzionare i computer.>>
L. <<Ho letto che sei grande circa 100 nanometri, allora, ho fatto un calcolo.>>
C. <<Sentiamo.>>
L. <<Ingrandendo in proporzione tutto, se tu diventi quanto una noce di 3 cm, la Luna la ritroveremmo a 115 miliardi di km, molto al di là dell’orbita di Plutone.>>
C. <<Povera Luna! Tempo fa, Peter Kolosimo scrisse un fantastico libro intitolato “Non è terrestre”. Ci fosse lui, ora, mi qualificherebbe come un extraterrestre sparato sulla Terra da qualche civiltà aliena per prendere possesso di questo azzurro e bellissimo pianeta, il più bello dell’intero Universo.>>
L. <<Allora non sei un alieno? Sei, comunque, uno strano essere vivente.>>
C. <<Alt, alt, alt. Voi Sapiens identificate come esseri viventi solo quelli che sono dotati di un metabolismo e altre facezie simili e che, in più, sono in grado di riprodursi.>>
L. <<Allora cosa sei?>>
C. <<Secondo te sono come una pietra? Lo sai che io mi…>>>>
L. <<Tu cosa fai?>>
C. <<Mi …riproduco….>>
L. <<Purtroppo, ce ne siamo accorti…>>
C. <<E allora perchè gli scienziati, che dovrebbero essere più Sapiens degli altri Sapiens, dicono che non sono un essere vivente?>>
L. <<Dopo questa terribile esperienza vedrai che se ne ricrederanno. Però, sei molto diverso dai batteri.>>
C. <<Certo. Quei fessi si fanno uccidere dagli antibiotici mentre io ci sguazzo dentro tutto contento.>>
L. <<Il fatto che non sei classificato come essere vivente mi sembra che ti disturbi non poco.>>
C. <<Se dicessero a te che sei come una pietra, come la prenderesti?>>
L. <<Credo proprio che hai ragione. Però, da solo non riesci a vivere; hai bisogno di un organismo vero e vivente per insinuarti dentro e moltiplicarti.>>
C. <<Por ora è così. Domani vedremo. Scusa, una volta, tanto tempo fa, dico, voi Sapiens cosa eravate?>>
L: <<Hai ragione! Eravamo quasi come te. Quindi tu…vorresti prendere il nostro posto sulla Terra?>>
C. <<Dammi tempo e …>>
L. <<Ma, se non sei un alieno, da dove vieni?>>
C. <<Me ne stavo accucciato, al calduccio, dentro un velocissimo pipistrello, il quale, a causa della troppa velocità e della tempesta che c’era in corso, ebbe un difetto sul suo perfezionatissimo sistema radar e andò a sbattere contro un ramo appuntito, perdendo, così, del sangue. Sotto il ramo c’era un pangolino tutto squamoso, intento a cercare qualche formicuccia. Sentito il rumore causato dalla botta del pipistrello sul ramo, alzò istintivamente il muso in aria per vedere cosa stesse succedendo; fu così che il sangue perso dal pipistrello andò a finire nella bocca spalancata del pangolino…Solo che insieme al sangue c’ero io e fu così che mi installai per qualche tempo nel pangolino.>>
L. <<Allora non sei stato creato artificialmente nei segreti laboratori cinesi di Wuhan?>>
C. <<Ti sembro artificiale io?>>
L. <<Per me, che non sono un biologo, potrebbe pure essere…>>
C. <<Suvvia, non scherzare! E’ stato appurato che il mio genoma è naturale e non può essere stato creato in laboratorio.>>
L. <<Sembrerebbe così, ma non si sa mai. Scusa, come sei passato dal pangolino all’uomo?>>
C. <<Col solito sistema. Attraverso il nastro trasportatore costituito dal sangue. >>
L. <<Descrivimi l’episodio.>>
C. << Un cacciatore uccise il pangolino e lo portò al mercato. Arrivai, così, in quell’affollatissimo formicaio che è il mercato generale di Wuhan. Il macellaio, mentre squartava il pangolino, si graffiò con le squame, facendosi una brutta ferita, nella quale mi infilai comodamente.>>
L. <<Non è che mi convinca molto questa storia; comunque, è da lì ha avuto inizio la tua formidabile performance.>>
C. <<Certo! Sapessi come mi trovo bene nell’uomo e in questa nostra amata Terra!>>
L. <<Perché dici, enfatizzando: “Nostra amata Terra”?>>
C. <<Nostra. Mica è solo tua la Terra! Vedi, da questo si denota la tua mentalità retrograda e possessiva. Sei passato da un essere monocellulare microscopico, come potrei essere io, ad un certo “Sapiens”: Bello! Sei tanto “Sapiens” che stai mandando a rotoli il pianeta che ti ospita. E se rovini questo pianeta, dove andrai poi?>>
L. <<Torniamo a noi. La logica della noce e della Luna è che sei talmente piccolo che ti puoi infilare dappertutto.>>
C. <<Come hai ben capito, per me le maglie dei tessuti con cui vengono fatte le mascherine sono come grandi autostrade.>>
L. <<Le mascherine chirurgiche bloccano solo l’uscita dalla bocca delle goccioline di saliva (che chiamano droplet), nelle quali ti trovi comodamente disteso. Se tutti usassimo le mascherine, verresti irrimediabilmente bloccato.
C. << Usate pure le mascherine ma lasciate liberi gli occhi, così vi guardo meglio...>>
L. <<Bravo! Così ti infili nella mucosa oculare…>>
C. <<Allora non mi vuoi proprio fare entrare.>>
L. <<Ormai abbiamo capito come fermarti. Niente più baci e abbracci, distanza di un metro tra le persone, anzi, meglio se 2 metri; niente mani in bocca, nel naso o negli occhi; pulizia accurata delle mani con sapone e acqua tiepida; igienizzazione delle mani e degli ambienti ecc…>>
C. <<Niente più avventure mordi e fuggi…>>
L. <<Vorrà dire che andremo in giro col termoscanner. Prima di avviare un contatto… stretto, diciamo così, col nostro partner, misureremo la temperatura; se è sopra i 37,5°C niente avventura, niente baci, niente amore.>>
C. <<E ti sembra che così riuscirete a fermarmi?>>
L. <<Certo. Se tutti ci atteniamo scrupolosamente alle raccomandazioni degli scienziati, facendo ognuno di noi la nostra piccola parte, eviteremo i contagi e le diffusione anche nei luoghi di lavoro. E poi ci sono delle leggi precise.>>
C. <<Lo so, lo so. Hai visto quanti bei DPCM tutti chiari e dettagliati? Tu… quanti congiunti hai?...>>
L. <<Non mi riferisco ai DPCM, che tutto hanno tranne che essere
chiari e precisi, ma al decreto legislativo n. 81 del 2008, che individua nel datore di lavoro dell’impresa il responsabile della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.>>
C. <<Non andare sul difficile che mi fai venire il mal di testa.>>
L. <<Ti dico solamente che il datore di lavoro ha il compito di analizzare tutti i rischi cui è sopposto il lavoratore, compreso il tuo rischio che è di tipo biologico, prendere tutte le misure di protezione possibile, trascriverle sul documento di Valutazione di Rischi ed applicarle giornalmente.>>
C. <<Secondo me, i veri rischi li corrono i vostri eroi.>>
L. <<Parli di quelli che hanno dato la vita per salvare gli altri? A tutti loro ognuno di noi deve eterno riconoscimento.>>
L. <<Pensa che gli infermieri e i medici, prima di entrare in rianimazione, devono lavarsi, indossare la doppia tuta, la mascherina FFP3, la visiera e magari tutto questo non basta.>>
C. <<Basta, basta. Te lo dico io.>>
L. <<Ma lo sai che una volta entrati in reparto, non possono più uscire per almeno 4 ore filate; se sudano non si possono asciugare, se devono urinare, non lo possono fare, se sono stanchi, devono resistere.>>
C. <<Anch’io ho ben presente quella foto, che ha fatto il giro del mondo, dell’infermiera crollata per la stanchezza sulla tastiera del computer.>>
L. <<Che fai, batti le mani?>>
C. <<Applaudo, perché riconosco il valore dei miei nemici.>>
L. <<Pensa che, a volte, i medici si sono trasformati in preti per dare l’estrema unzione ai malati.>>
C. < Lo so, lo so.>>
L. <<Mi raccontava un’infermiera che in più occasioni ha tenuto teneramente la mano a persone che stavano per morire. E quando i medici dovevano scegliere chi salvare e chi no?>>
C. <<Capisco che questa sia una scelta terribile per la coscienza dei medici.>>
L. <<Come sei comprensivo!>>
C. <<Anch’io ho i miei…>>
L. <<I tuoi?...>>
C. <<I miei sentimenti…Adesso deciditi. Dopo questa lunga conversazione chi ti sembro io? Sono una pietra?>>
Santi Epasto
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