Governo M5S-PD-LeU con appoggio (?) di una nuova formazione, fondata da Matteo Renzi (Italia Viva) con alcuni fuoriusciti PD e qualche FI (in tutto poca roba, una dispersione di energie per un protagonismo personale da parte di un bulletto da bar). Giuseppe Conte ancora al comando del Governo (ha fatto tanti errori, ratificando le follie di Matteo Salvini, ma alla fine ha avuto il coraggio – unico fra tutti – di opporsi a quelle manie di grandezza e a quel nazionalismo assurdo, anacronistico, con vigore e finalmente senza tentennamenti, profittando dell’harakiri del leghista – nella foto, da destra: Zingaretti, Conte, Dio Maio)).
Assistere alle recenti sceneggiate politiche, dovrebbe far seriamente riflettere, e con senso di responsabilità generale, senza particolarismi reali, indotti, accettati e sostanzialmente sottaciuti attaccandosi a consunti refrain. Per venire al dunque, bisognerebbe rimuovere la passività che consente a un qualsiasi nessuno, tipo Matteo Salvini o Luigi Di Maio, o Matteo Renzi e via dicendo (un elenco infinito?) a prendere in mano le redini del Paese. Persino in una gita ciclistica ci si affida a uno che conosce la strada per evitare sgradevoli sorprese: una salita impervia, voragini lungo la strada, una discesa vertiginosa. Si sta alla larga dall’energumeno che fa fare scorciatoie a caso, a meno che non si sia inveterati masochisti. È inutile di fronte a palesi depistaggi, concepiti per presunzione e incompetenza, più esposizione dell’inutile ego, passare a critiche: la coscienza non la laviamo in questo modo. Più che “piove governo ladro” bisogna cambiare il modo con cui lo si costituisce. Tutto il resto è flatus voci.
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